Non votare l’accordo sulla Brexit
GENNAIO 2019
Europa
Non votare l’accordo sulla Brexit
di   Tuc

 

In questo documento il sindacato spiega le ragioni per le quali chiede ai membri del Parlamento inglese di non votare l’accordo sulla Brexit conclusa tra il PM Theresa May ed il negoziatore della Commissione Michel Barnier in quanto non viene assicurato il mantenimento delle tutele sociali ai lavoratori dopo il periodo transitorio. La CES condivide questo approccio del sindacato inglese.

23 novembre 2018

 

Procedimento

Se questo fine settimana verrà raggiunta l’intesa con l’UE273 e il Primo Ministro presenterà il suo accordo al Parlamento per l’- approvazione, si prevedono fino a cinque giorni di dibattito parlamentare e si svolgerà una votazione preliminare tra l’inizio e la metà di dicembre.

Nel caso in cui il Primo Ministro non riuscisse a ottenere il sostegno parlamentare per un accordo nel voto di dicembre, potrebbe tornare al Parlamento una seconda volta per richiedere l’approvazione.

 

Test TUC sulla Brexit

Le dichiarazioni del TUC (2017) e del GC (2018) sulla Brexit hanno stabilito tre test che devono essere soddisfatti da qualsiasi accordo. I test sono:

 

• mantenimento dei diritti esistenti dei lavoratori e creazione di condizioni di parità per far sì che i diritti dei lavoratori britannici non siano inferiori a quelli degli altri lavoratori europei;

• tutelare il commercio senza tasse, barriere e attriti con il resto d’Europa per proteggere i posti di lavoro;

• nessun confine difficoltoso tra Irlanda del Nord e Irlanda per preservare l’occupazione, i mezzi di sostentamento e la pace sociale.

 

Secondo la nostra valutazione questi test non sono stati soddisfatti dall’accordo del Primo Ministro e, come concordato, stiamo incoraggiando i parlamentari a votare contro l’accordo.

 

Temi chiave

• I sindacati non possono sostenere un accordo che non protegge i posti di lavoro e i diritti sul lavoro, sia ora sia in futuro;

• il Primo Ministro sta cercando di spingerci verso una Brexit alla cieca - semplicemente non sappiamo che tipo di accordo avremo. E la dichiarazione politica non è giuridicamente vincolante;

• durante la scorsa settimana abbiamo già visto il Primo Ministro subire un’enorme pressione dalla sua stessa parte - incluso il suo Gabinetto - per negoziare un tipo di accordo commerciale che rimuove le protezioni per i diritti sul lavoro. Non ci sono garanzie in questa dichiarazione che impediscano ad un futuro governo di fare proprio questo;

• il Primo Ministro ha minacciato che o si farà il suo accordo o non ve ne sarà nessuno, ma non deve obbligare il paese a tenere in ostaggio o intimidire i deputati per votare un accordo che sanno lederà i loro elettori;

• i suoi bluff sul non accordo hanno perso di credibilità. Persino i suoi stessi ministri hanno ammesso che se il suo accordo verrà respinto, il paese avrà bisogno di una vera alternativa. La cosa più sensata da fare è estendere l’articolo 50 così da ottenere maggiore tempo.

• stiamo invitando i parlamentari a rifiutare questo accordo perché non offre tutele per i lavoratori che rappresentano;

• è ora che il Primo Ministro restituisca il verdetto alle persone - tramite elezioni generali o votazioni popolari.

 

Dichiarazione Politica

• La dichiarazione politica trapelata è più lunga della versione precedente, ma resta il fatto che non ha alcun effetto legale e il documento su cui è scritta non ha valore;

• non c’è nulla nel documento che impedisca a un futuro governo di strappare questa dichiarazione e adottare un approccio diverso. Sappiamo che molti Tories vogliono forzare il governo verso una strada che ridurrà la protezione dei nostri diritti e del lavoro e renderà più difficile il commercio con i nostri vicini europei, incidendo sul mondo del lavoro nel Regno Unito;

• rinvia molte delle decisioni difficili al futuro;

• il documento propone un accordo di libero scambio (ALS) con l’UE senza tariffe doganali e un certo allineamento normativo e doganale, ma è ben lontano dall’instaurare un commercio senza difficoltà. Dato che attualmente abbiamo scambi commerciali senza attriti con l’UE, questo cambiamento metterà in pericolo molti posti di lavoro nel Regno Unito, per non parlare dell’aumento dei prezzi nei nostri negozi;

• la dichiarazione richiede parità di condizioni in materia di standard occupazionali, ma sembra improbabile che i nostri diritti rimangano al passo con i miglioramenti dei diritti dei lavoratori in altri paesi europei. Né ci sono garanzie sulla loro applicazione.

 

Diritti di impiego nell’accordo di recesso

• Prima di lasciare l’UE i lavoratori hanno bisogno di una garanzia vincolante a lungo termine circa il fatto che i diritti nel Regno Unito terranno il passo con quelli di tutta Europa. Invece, abbiamo avuto dimostrazione che il governo non prende sul serio i diritti sul lavoro;

• innanzitutto, i nuovi diritti adottati dall’UE durante l’accordo di transizione non saranno vincolanti per il Regno Unito se l’ultima data entro la quale le nuove norme devono essere attuate è posteriore alla fine del periodo di transizione. Ciò significa che anche durante il periodo di transizione i lavoratori in altri paesi dell’UE potrebbero avere diritti sul lavoro migliori rispetto ai lavoratori nel Regno Unito;

• in secondo luogo, se entrasse in vigore il backstop4 dell’Irlanda del Nord, il Regno Unito sarebbe tenuto a mantenere i diritti occupazionali dell’UE esistenti alla fine della transizione, ma non gli sarebbe richiesto di introdurre nuovi diritti. Ciò significa che si porrà fine al miglioramento dei diritti dei lavoratori;

• in terzo luogo, i diritti dei lavoratori sono esclusi dai meccanismi di applicazione esistenti per molte altre parti della soluzione di salvaguardia. Ciò significa che molte altre leggi saranno meglio tutelate e applicate rispetto a quelle sui diritti dei lavoratori.

 

Commercio

• Sappiamo dalle valutazioni sugli impatti trapelate dal governo all’inizio di quest’anno che lasciare l’UE avrà un effetto negativo sulla nostra economia, mettendo a rischio molti posti di lavoro e facendo aumentare i prezzi;

• si tratta solo di capire quanto sarà duro il colpo che riceveremo. E poiché questa è una Brexit alla cieca, non sappiamo quanto sarà grande questo scossone.

 

Irlanda del Nord

• È stato evitato nell’immediato un confine rigido tra Irlanda del Nord e Irlanda;

• tuttavia restano enormi domande senza risposta su come la situazione verrà risolta a lungo termine, dato che il governo britannico insiste che non sarà necessario utilizzare il backstop;

• questa settimana l’ICTU5 ha avvertito che ci deve essere protezione per i diritti dei lavoratori e ha dichiarato: “Restiamo fermamente convinti che non esista una buona Brexit per i lavoratori dell’Irlanda del Nord o della Repubblica d’Irlanda. Qualsiasi accordo di recesso della Brexit sarà comunque meno favorevole per i lavoratori di queste isole rispetto alla piena adesione del Regno Unito all’UE“.

 

Il mio accordo/nessun accordo/nessuna Brexit

• Il Primo Ministro ha cercato di tenere in ostaggio il paese mettendolo in guardia sul pericolo che senza il suo accordo non vi sarebbe stata nessuna intesa, ma sappiamo tutti che era solo un disperato bluff;

• anche i suoi colleghi di Gabinetto hanno riconosciuto che se il Parlamento dovesse respingere l’accordo del Primo Ministro, allora si dovrebbe trovare una soluzione alternativa - nessun accordo non è un’opzione;

• ora è chiaro che questo governo non è all’altezza del compito. Hanno avuto due anni per raggiungere un accordo ma sono ancora nel caos;

• estendere l’articolo 50 ci darà più tempo per raggiungere un accordo che protegga posti di lavoro e diritti. È arrivato il momento di farsi da parte e lasciare che siano i cittadini a decidere - attraverso elezioni generali o votazioni popolari.

 

Quali alternative?

• Il Primo Ministro si è rinchiusa da sola dietro linee rosse autodistruttive e non è riuscita a fronteggiare l’estremismo dei Brexiteer (i sostenitori della Brexit) presenti nel suo partito;

• avremmo accolto qualsiasi accordo in grado di soddisfare i nostri test, ma questo certamente non lo è;

 • è chiaro che il governo ha completamente perso il controllo. Il Primo Ministro deve assicurare un’estensione dell’articolo 50. In un modo o nell’altro, il popolo deve avere l’ultima parola, attraverso un’elezione generale o un voto popolare.

 

 

3L’accordo è stato raggiunto il 25 novembre, annunciato per primo dal presidente del Consiglio UE Donald Tusk.

4Soluzione di salvaguardia, o “piano B”, ideato per dare garanzie all’Irlanda in caso di mancato accordo, e inerente la questione del confine fisico con l’Irlanda del Nord.

5Irish Congress of Trade Unions: Congresso irlandese dei sindacati.

 

 

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