IMMIGRAZIONE  - Santo BIONDO
Tra arrivi e addii: l’Italia alla prova dei flussi migratori
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24/06/2025  | Sindacato.  

Mentre l’immigrazione contribuisce a compensare in parte il calo demografico, l’emigrazione dei giovani laureati apre un vuoto di competenze e risorse, con ricadute significative sulla produttività e sul futuro del Paese.

(redazionale) Roma, 24 giugno 2025 - Il biennio 2023-2024 ha segnato un punto di svolta per le dinamiche migratorie italiane, con livelli record sia per l’immigrazione straniera sia per l’emigrazione dei cittadini italiani. Questi dati riflettono le profonde trasformazioni demografiche e socioeconomiche in atto nel Paese. Lo racconta l’ultima pubblicazione dell’Istat: “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente. Anni 2023-2024”. Nel periodo considerato, l’Italia ha accolto complessivamente 874.000 nuovi residenti, con un incremento medio del 6,4% rispetto al 2022. Questo aumento è attribuibile esclusivamente all’immigrazione di cittadini stranieri, che ha registrato un +13% nel biennio. I rimpatri dei cittadini italiani, al contrario, hanno subito una flessione del 23,6%. Parallelamente, le cancellazioni per l’estero sono aumentate, attestandosi mediamente a 175.000 l’anno nel corso del biennio 2023-2024. Questo rappresenta un incremento del 16,3% rispetto al 2022. L’aumento dell’emigrazione è trainato esclusivamente dai flussi in uscita dei cittadini italiani, con 114.000 espatri nel 2023 e 156.000 nel 2024. Il Nord si conferma l’area più attrattiva e dinamica per la mobilità interna. Nel biennio 2023-24, il tasso migratorio interno medio annuo è pari a +2,0 per mille residenti nel Nord-Est e a +1,8 per mille nel Nord-Ovest. Il Centro, pur registrando un tasso positivo (+0,5 per mille), risulta meno attrattivo.

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