INDUSTRIA  - Vera BUONOMO
Buonomo e Ficco: “Cessione Iveco prova assenza strategia nazionale”
“Serve un tavolo con il Mimit per tutelare 1900 lavoratori”
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21/10/2025  | Sindacato.  

“La cessione del gruppo Iveco non rappresenta una sorpresa, trattandosi di un’impresa di dimensioni più contenute rispetto ai grandi player internazionali e da tempo considerata difficilmente sostenibile da sola. Resta tuttavia il dato politico e industriale: un’altra importante realtà produttiva italiana passa sotto controllo straniero, segno della persistente assenza di una strategia nazionale capace di difendere e sviluppare il nostro sistema manifatturiero”.

È quanto hanno dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, e il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco, al termine dell’audizione svoltasi questa mattina alla Camera dei Deputati sulla vicenda Iveco.

“La vendita della divisione Difesa a Leonardo è considerata positivamente, purché siano pienamente tutelati i circa 1.900 lavoratori coinvolti, compresi quelli con contratti precari. Maggiori preoccupazioni riguardano, invece, la cessione dei veicoli commerciali a Tata Motors: pur riconoscendo la solidità del gruppo acquirente - hanno aggiunto i segretari - è evidente la sproporzione di forze che rischia di trasformare Iveco in una semplice preda industriale. Gli impegni assunti da Tata, quali il mantenimento della sede a Torino e la salvaguardia dei siti produttivi e dei livelli occupazionali, hanno validità di soli due anni, un periodo troppo breve per garantire stabilità e continuità. Pertanto - hanno rimarcato Buonomo e Ficco - chiediamo che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy vigili con la massima attenzione sull’operazione e convochi anche Tata al tavolo sindacale, come già avvenuto con Leonardo”.

“La vicenda Iveco è il sintomo della più ampia fragilità del sistema industriale nazionale. In un contesto globale, in cui la difesa degli interessi strategici è tornata una priorità per tutte le grandi economie, l’Italia - hanno concluso i due segretari - non può limitarsi ad assistere: serve una politica industriale capace di difendere il lavoro, sostenere l’innovazione e garantire la competitività, valorizzando le filiere nazionali e promuovendo investimenti di lungo periodo”.

Roma, 21 ottobre 2025