
“Va nella direzione rivendicata da tempo dalla Uil la sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di verificare la dichiarazione di equivalenza del contratto collettivo applicato dalle imprese partecipanti: non può esistere concorrenza al ribasso sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“Chi partecipa a un appalto pubblico e sceglie di non applicare i contratti sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative deve essere obbligato a garantire gli stessi diritti e le stesse tutele e deve essere sottoposto a verifica. Tuttavia - ha precisato Buonomo - resta ancora una grave lacuna normativa sui criteri da adottare. A tal proposito, infatti, il correttivo al Codice dei contratti pubblici aveva previsto l’adozione di un decreto ministeriale che, però, non è stato ancora emanato. La Uil ha sollecitato più volte l’adozione immediata del provvedimento attuativo. Senza regole chiare e uniformi - ha concluso Buonomo - le stazioni appaltanti rischiano di procedere con criteri disomogenei e discrezionali, con il pericolo concreto di legittimare l’applicazione di contratti con tutele deboli”.
Roma, 17 settembre 2025