Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 04/06/2018
Nazionale, Balotelli: «Io capitano? Sarebbe un segnale per gli immigrati»
Nazionale, Balotelli: «Io capitano? Sarebbe un segnale per gli immigrati»
04/06/2018  | Immigrazione.  

 

L'attaccante affronta la tematica dell'integrazione: "Il razzismo fa male, dobbiamo diventare come altri Paesi, come la Francia e l'Inghilterra".

 

di Enrico Currò, www.repubblica.it

 

TORINO, 04 giugno 2018 - Al ritorno da protagonista a tutti gli effetti di Mario Balotelli in Nazionale mancava un unico particolare, solo in apparenza simbolico: la sua presenza in conferenza stampa accanto al ct. Una lacuna che è stata colmata oggi a Vinovo, alla vigilia della partita di domani con l'Olanda allo Stadium. Che Balotelli non giocherà. Ma anche senza scendere in campo, il protagonista incontrastato è lui. Le sue parole contro il razzismo sono ancora una volta un messaggio secco.

 

La fascia da capitano?

 

"Devo essere sincero. Fare il capitano, per me, non cambierebbe più di tanto. Io sono in questa Nazionale per fare gol, non per fare il capitano. Per gli altri potrebbe essere un bel segno: soprattutto per gli immigrati africani, sarebbe un segnale forte per chi come me è originario dell'Africa. Ma quello che serve, da me, sono principalmente i gol".

 

L'ignoranza genera muri?

 

"Parlare di persone che non ti capiscono è più semplice che parlare di razzismo. Il razzismo è un discorso troppo complicato. Io l'ho vissuto sulla mia pelle, quando ero più piccolo. Non so se sia razzismo o gelosia. Di sicuro fa molto male e dà fastidio. E' ora che l'Italia diventi più aperta come altri Paesi, come la Francia e l'Inghilterra. E' ora di svegliarsi".

 

Quanto ha scoperto, in compenso, che tanta gente le vuole bene e che ancora, vedi striscione di San Gallo, ce n'è altra che non cresce?

 

"E' difficile parlare di chi non ti vuole bene. E' più facile parlare di quelli che mi vogliono bene. L'ho sempre saputo che ci sono gli uni e gli altri, come per tutti: persone che ti vogliono bene e altre che non ti capiscono. Ma io ringrazio le prime, poche o tante che siano: mi sono sempre concentrato su di loro e continuerò a farlo".

 

Lei ha sottolineato l'importanza dell'integrazione: la preoccupa il governo con la Lega e con Salvini ministro dell'interno?

 

"Non sono ancora un politico: quando lo farò, potrò rispondere".

 

Che cosa sente di dare a questa Nazionale, oltre ai gol?

 

"I gol sono il mio compito, perché un attaccante dovrebbe fare quelli. Ma la mia presenza è anche per fare gruppo. E questo è un bel gruppo veramente".

 

Vedeva ostracismo nei suoi confronti, prima, magari da parte di qualche senatore?

 

"Facciamo che non riparliamo del passato, pensiamo al presente".