Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 09/04/2018
Cheikh Diouf, 600mila euro di risarcimento per la famiglia
Cheikh Diouf, 600mila euro di risarcimento per la famiglia
09/04/2018  | Immigrazione.  

 

Il Tribunale Civile di Roma ha condannato il Ministero dell'Interno, responsabile di omissione colposa. Morra, il poliziotto che uccise il senegalese nel 2009, aveva diversi precedenti disciplinari. L'associazione "Progetto Diritti": "La Questura di Roma nell'aprile del 2008 aveva disposto il ritiro dell'arma in dotazione: provvedimento mai notificato all'interessato" 

 

CIVITAVECCHIA - Seicento mila euro. È la cifra che il Ministero dell'Interno dovrà risarcire ai familiari del senegalese Cheikh Diouf, ucciso con un colpo di fucile nel 2009 dal poliziotto Paolo Morra. Questa la decisione presa giovedì scorso dal Tribunale Civile di Roma che ha accolto le richieste dei legali dei familiari di Diouf, gli avvocati di "Progetto Diritti" Luca Santini e Mario Angelelli e che ha riconosciuto al Ministero una responsabilità per omissione colposa. 

 

"Il poliziotto - come spiegano dall'associazione - aveva più volte ricevuto una diagnosi di nevrosi ansiosa, era stato diverse volte temporaneamente sospeso dal servizio; era stato denunciato dalla figlia per minaccia con arma da fuoco e lesioni; a suo carico risultavano inquietanti precedenti disciplinari. Risultava insomma evidente la condizione patologica in cui versava per problematiche di rilievo psichiatrico. Nell’aprile del 2008, a meno di un anno dall’omicidio di Diouf, l’Ufficio porto d’armi della Questura di Roma aveva disposto il ritiro dell’arma in dotazione. Provvedimento che non è mai stato notificato all’interessato dal Commissariato di Polizia di Civitavecchia". Condotte omissive, negligenze e disattenzioni di cui deve quindi rispondere il Ministero.  

 

"Ignorando i ripetuti segnali della pericolosità sociale dell’allora ispettore di polizia Morra, non dando luogo a indagini approfondite e accurate e non procedendo, quanto meno, al ritiro delle armi in suo possesso - hanno aggiunto dall'associazione - il Ministero ha concorso all’omicidio del povero Diouf".

 

"Progetto Diritti" ha quindi ripercorso quello che è stato un caso che, quasi dieci anni fa, ha suscitato grande clamore e interesse mediatico. "La mattina del 31 gennaio 2009 Paolo Morra, poliziotto, suo vicino di casa, si era introdotto nel cortile della sua abitazione armato di un fucile da caccia - hanno ricordato - mentre la vittima gli si faceva incontro, aveva sparato due colpi in rapida successione ferendolo alla gamba e causandogli la recisione dell’arteria femorale e la successiva morte per dissanguamento. Diouf lasciava sei figli, all’epoca tutti minorenni, avuti dalle due mogli (con cui aveva una relazione poligamica secondo il rito islamico) e la madre. I suoi familiari vivevano insieme in Senegal e Diouf era solito andarli a trovare ogni anno nei mesi invernali". 

 

L’associazione Progetto Diritti, nel rinnovare l’espressione del proprio cordoglio per questi tristi fatti, chiede al Ministero dell’interno di riconoscere formalmente e definitivamente la proprie responsabilità per l’accaduto e di eseguire sollecitamente la sentenza senza interporre appello. Da quasi dieci anni i familiari e i figli di Diouf attendono giustizia dal Senegal, e questa è l’occasione per un gesto di riparazione da troppo tempo atteso.