Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 02/04/2018
Intesa Israele-Onu: oltre 16 mila migranti in Occidente, anche in Italia
Intesa Israele-Onu: oltre 16 mila migranti in Occidente, anche in Italia
02/04/2018  | Immigrazione.  

 

Intesa Israele-Onu: oltre 16 mila migranti in Occidente, "anche in Italia". Farnesina: "Non c'è alcun accordo"

 

Netanyahu cita anche il nostro paese (insieme a Germania e Canada) tra quelli dove somali e eritrei saranno "reinsediati". Ma sia Italia che Germania negano che esistano patti. E mentre Calderoli, vice presidente del Senato, attacca: "Da noi non se ne parla nemmeno", dagli uffici del premier israeliano precisano: "L'Italia era solo un esempio, il primo ministro non intendeva in modo specifico quel paese". E alla fine il piano di trasferimento viene ufficialmente sospeso

 

 

Gerusalemme, 2 aprile 2018- Un caso, quasi un incidente diplomatico. Il governo di Benjamin Netanyahu annuncia di aver raggiunto con l'Alto commissariato Onu per i rifugiati un accordo in base al quale oltre 16 mila richiedenti asilo africani attualmente in Israele saranno trasferiti in Paesi occidentali e non più rispediti con la forza nelle loro terre d'origine. Un'intesa, da attuare nell'arco di cinque anni, per cancellare il contestatissimo piano per la deportazione in Africa di decine di migliaia di eritrei e somali finiti in territorio israeliano. Lo stesso Netanyahu, illustrando l'accordo definito "senza precedenti", cita alcuni paesi dove i migranti saranno "reinsediati",  in particolare in Italia, Germania e Canada. Ma scoppia un caso internazionale con l'immediata reazione dei paesi coinvolti.

 

L'Italia, attraverso la Farnesina, subito nega: "Non c'è alcun accordo con l'Italia nell'ambito del patto bilaterale tra Israele e l'Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall'Africa e che Israele si è impegnata a non respingere", precisano fonti del ministero degli Esteri. E poco dopo arriva anche una sorta di rettifica dagli uffici di Netanyahu: "L'Italia era solo un esempio, il primo ministro non intendeva in modo specifico quel paese", così un collaboratore del premier israeliano ha risposto ad una domanda dell'agenzia Ansa sulle affermazioni riguardanti l'Italia come luogo di destinazione di una parte dei migranti ora in terra israeliana. E a stretto giro arriva anche la presa di distanza del ministero dell'Interno tedesco che precisa di "non essere a conoscenza di una richiesta concreta relativa a una presa in carico di rifugiati che vivono in Israele, in particolare originari di Paesi africani". Anche se, ha aggiunto la nota del ministero tedesco, "la Germania ha rispettato in modo completo i suoi impegni umanitari in questi ultimi anni in materia di accoglienza dei rifugiati e lo farà anche in futuro". In serata parla anche Carlotta Sami, portavoce in Italia dell'Unhcr. "L'accordo con Israele non prevede indicazione di quali siano i Paesi in cui verranno mandati i migranti. Questo dipenderà da accordi successivi che faremo con ogni singolo Paese che sia disposto ad accoglierli. Non c'è nessun accordo con l'Italia. Ci sono alcuni casi di persone con parenti in Italia e che, dopo un accordo con il governo italiano, potrebbero essere riunificati con le famiglie, ma anche questi eventuali ricongiungimenti devono essere verificati con il governo italiano", così ha spiegato Sami a Radio Popolare, confermando che "nell'accordo tra Onu e Israele non si prevede indicazione di alcun paese specifico". A fine giornata, da Israele arriva l'annuncio che l'accordo con l'Onu è stato

 

 

>>>> NEL LINK SOTTOSTANTE        Il documento completo in PDF