Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 21/03/2018
Sgombero in via di Vannina: centinaia di migranti trasferiti in questura
Sgombero in via di Vannina: centinaia di migranti trasferiti in questura
21/03/2018  | Immigrazione.  

 

Nuovo sgombero in via di Vannina, dove in un palazzo occupato vivono oltre cento persone, per lo più migranti trasferiti negli uffici della questura. Si rischia una nuova emergenza umanitaria come accaduto la scorsa estate.  

 

(https://youmedia.fanpage.it/) Roma, 21 marzo 2018 - Le forze dell'ordine sono intervenute questa mattina al civico 78 di via di Vannina dove, in uno stabile occupato e attorno ad una vera e propria discarica a cielo aperto, vivono centinaia di persone in condizioni drammatiche. Da quanto si apprende da attivisti e operatori umanitari, circa cento migranti sono stati prelevati e trasferiti nei vicini locali della questura in via di Tor Cervara. La zona è tutt'ora presidiata da un ingente spiegamento di forze dell'ordine. La polizia era già intervenuta in via di Vannina la scorsa estate, quando lo sgombero del palazzo aveva provocato una vera e propria emergenza umanitaria denunciata anche da Medici Senza Frontiere. Dopo quel primo sgombero l'edificio è stato poi rioccupato. Quello di via di Vannina è solo uno dei veri e propri slum nati ai bordi della città.

 

Occupazioni informali dove vivono in tutto migliaia di persone, migranti e italiani, soprattutto sull'asse della Tiburtina, dove situazioni simili le ritroviamo nello scheletro dell'ex fabbrica di Penicillina e in via Costi. Insediamenti senza servizi e sostegno istituzionali, dove gli unici a intervenire sono associazioni e organizzazioni umanitarie. "In questi mesi nessun intervento da parte delle istituzioni è stato effettuato. Né il Comune né Municipio si sono degnati di mettere in campo delle azioni per aiutare gli uomini e le donne lì presenti, non è stato effettuato neanche un censimento. – denuncia l'associazione Alter Ego, che quotidianamente si reca in via Vannina – Oggi arriva l'ennesimo sgombero. A conferma che, ancora una volta, si trattano problematiche sociali come mere questioni di ordine pubblico".