Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 16/06/2017
Liceali e immigrazione: la riscrittura e l'interpretazione delle «Supplici» di Eschilo
Liceali e immigrazione: la riscrittura e l'interpretazione delle «Supplici» di Eschilo
16/06/2017  | Immigrazione.  

 

(http://www.migrantesonline.it/) Firenze - Il tema dell’immigrazione, così presente ai giorni nostri, in realtà veniva già ampiamente discusso ai tempi dei tragici greci. E proprio su questo argomento sta lavorando il laboratorio di Teatro classico del liceo Machiavelli di Firenze, che a settembre andrà in scena con una delle più antiche opere del mondo greco: Le supplici di Eschilo. L’iniziativa, che l’anno scorso ha festeggiato il ventesimo anniversario, e che coinvolge ragazzi di ogni indirizzo e classe dell’Istituto, si occupa dell’analisi, la riscrittura e l’interpretazione di testi teatrali, fornendo la possibilità di avere una visione diversa di ciò che tra i banchi non potrebbe essere compreso a pieno.

 

E spesso accade di rimanere sorpresi durante lo studio: oltre alla comprensione, necessaria alla rappresentazione teatrale, diventa infatti lampante l’attualità di alcuni temi fondamentali, come se gli antichi avessero vestito i panni dei veggenti, e ci avessero volontariamente aperto gli occhi sulla nostra stessa realtà. E ciò che emerge dalle Supplici riguarda a pieno il nostro Paese.

 

Egitto e Danao erano due fratelli gemelli, entrambi sovrani del regno d’Egitto, rispettivamente padri di 50 maschi e 50 femmine. Fu il primo a tentare di imporre il matrimonio tra le progenie; ma il fratello, terrorizzato da una profezia che gli annunciava la morte per mano di uno dei suoi discendenti, decise di partire con le ragazze, protagoniste di un viaggio lungo e straziante, alla disperata ricerca di una speranza, quella di ottenere la comprensione da parte di altri popoli, di non essere più costrette a subire le decisioni altrui, di essere individui liberi, non solo schiave, non solo una «terra fertile da fecondare».

 

La «risposta» all’instabilità della loro situazione sarà apparentemente trovata nella città di Argo. Il sovrano, Pelasgo, nonostante il rischio di incombere in una guerra, decise infatti di rispettare l’inviolabile diritto di essere accolte delle Danaidi. Come da previsione, l’Egitto mosse battaglia, ma la decisione del re rimase invariata, e le donne vennero portate al sicuro.

 

Nel cinquantennio dagli anni Settanta a oggi, mentre il tasso di partenze dall’Italia diminuiva considerevolmente, altrettanto aumentava il fenomeno dell’immigrazione. Gli unici provvedimenti mai presi, uno del 1990 (legge Martelli) e l’altro del 1998 (legge Turco-Napolitano) erano rivolti esclusivamente al controllo del flusso migratorio. Il nostro Paese infatti, sia per la sua politica di accoglienza, sia per quelle restrittive adottate da altri stati, non si è mai opposto agli arrivi di popoli in difficoltà.

 

L’Italia come Pelasgo, il sovrano di Argo. E  tutte quelle persone, protagoniste della tragedia che si svolge ogni giorno nel teatro del Mediterraneo, come il coro delle Supplici, che si muovono come un unico individuo, stanche, sottomesse, private della loro casa, alla ricerca di ciò che non dovrebbe mai essere sottratto a nessuno: la loro stessa libertà.

 

(Giulia Lanzafame - Toscana Oggi)