Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 09/06/2017
Migranti: ricerca inglese, aumento partenze non è colpa delle Ong
Migranti: ricerca inglese, aumento partenze non è colpa delle Ong
09/06/2017  | Immigrazione.  

 

(ANSA) - ROMA, 9 GIU - Gli sforzi delle organizzazioni non governative per salvare i migranti nel Mediterraneo non fanno aumentare il numero di traversate ne' le rendono piu' rischiose, secondo i risultati di un'indagine condotta da ricercatori del Goldsmiths College, Universita' di Londra. Dallo studio emerge, al contrario, che le ong hanno avuto un ruolo fondamentale nel salvare vite umane, colmando il vuoto nelle attivita' di ricerca e soccorso lasciato alla fine del 2014 dalla decisione dell'Ue di non prolungare l'operazione Mare Nostrum.

 

I risultati dell'indagine "Blaming the Rescuers - Accusare i soccorritori" sono stati presentati oggi dagli autori del rapporto, Charles Heller e Lorenzo Pezzani, fondatori del progetto Forensic Oceanography dell'Universita' Goldsmiths, nella sede della Stampa estera a Roma. Secondo i ricercatori, l'aumento delle traversate nel 2016 e' in linea con le tendenze di crescita degli anni precedenti, e la non responsabilita' delle ong sarebbe dimostrata anche dal fatto che le partenze dal Marocco hanno registrato tra il 2015 e il 2016 un aumento del 46% nonostante l'assenza di attivita' delle ong in quell'area.

 

Quanto all'accusa alle ong di incoraggiare i trafficanti a ricorrere a tattiche ancora piu' rischiose, causando di fatto un aumento dei morti in mare, secondo l'indagine le condizioni imposte dai 'passatori' sono in continuo peggioramento fin dal momento in cui la Libia e' sprofondata nella guerra civile.

 

L'operazione dell'Ue di contrasto ai trafficanti Eunavfor Med, invece, secondo i ricercatori ha avuto un importante impatto: intercettando e distruggendo le barche di legno piu' grandi, avrebbe contribuito a determinarne la sostituzione con gommoni piu' piccoli e instabili. Le pratiche dei trafficanti, inoltre, sono state influenzate anche dai sempre piu' numerosi interventi della Guardia Costiera Libica, i cui metodi "violenti" - sottolinea lo studio - hanno portato, in alcune occasioni, al ribaltamento di barche, mettendo in pericolo la vita delle persone a bordo.