(di b.c.) Roma, 27 aprile 2017. Mentre infuria la polemica sul ruolo delle Ong nelle operazioni di soccorso ai migranti, e la Corte dei Conti UE si lamenta del basso tasso di rimpatri in Italia (inferiore al 20%), continuano nel Belpaese gli arrivi via mare, anche facilitati dell’avvicinarsi (a tratti) della bella stagione. Secondo il “cruscotto statistico giornaliero” del Viminale, dal 1° gennaio 2017 alla data di oggi, risultano sbarcate 36.883 persone con un aumento del 36,3% rispetto lo stesso periodo nel 2016.
Le strutture di accoglienza danno riparo a circa 175 mila persone. In testa la Lombardia (con il 14% degli accolti), seguita dalla Campania (9%) da Piemonte, Lazio e Sicilia (8%) e da Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia (7%). In coda Umbria, Abruzzo e Molise con il 2% ciascuno e Basilicata con un risicato 1%. Per quanto riguarda la provenienza dei migranti, vediamo in testa la Nigeria (5.229 arrivi), il Bangladesh (4.504), la Guinea (4.107), Costa D’Avorio (3.854), Gambia (2.810), Senegal (2.529) e Marocco (2.415). In coda il Mali (1.810), l’Eritrea (1.43) e la Somalia (1.021). Come si può vedere, escluse Nigeria, Somalia ed Eritrea, le persone provenienti da altri Paesi rischiano di essere classificate come migranti economici e quindi di veder negata l’eventuale richiesta di asilo o protezione internazionale.
Anche se la normativa sull’asilo prevede che ogni storia individuale debba essere analizzata, in quanto il richiedente può essere possibile vittima di persecuzioni e discriminazioni nel suo Paese. I minori stranieri non accompagnati arrivati da gennaio sono ben 5.551 (nel 2016 furono 25.846 nei 12 mesi). Infine la triste conta dei decessi: dall’inizio dell’anno sarebbero 1.089 secondo dichiarazioni rese dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ieri a Ginevra.
Gli arrivi complessivi nel Mediterraneo (gennaio aprile 2017) sono 43.204, di cui 36.883 in Italia, ed il resto in Grecia ed in Spagna. Secondo la Corte dei Conti UE, Uno dei "colli di bottiglia" che aggravano la crisi dei migranti in Italia sarebbe il "basso tasso di attuazione delle decisioni di rimpatrio che, stando ai dati forniti dalle autorità italiane, è tuttora inferiore al 20%".
Così continua la dichiarazione della Corte dei Conti europea: "le difficoltà strutturali in relazione all'attuazione dei rimpatri, individuate e descritte dalle autorità italiane nella tabella di marcia, includono la limitata capienza dei Centri di identificazione ed espulsione e la mancanza cooperazione da parte dei paesi di origine ai fini della riammissione”. "Stante il costante elevato numero di arrivi di migranti (oltre 150.000 arrivi l'anno dal 2014), e dati i colli di bottiglia esistenti in relazione al limitato "deflusso" di migranti tramite ricollocazioni e rimpatri, nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo italiane potrebbe sorgere nel prossimo futuro un problema di capienza".