Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 30/03/2017
Decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione: misure dure e (forse) inutili per governare i flussi
Decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione: misure dure e (forse) inutili per governare i flussi
30/03/2017  | Immigrazione.  

 

(di Beppe Casucci)

 

Roma, 30 marzo 2017 - Palazzo Madama ha approvato ieri il Decreto Legge Minniti – Orlando su Immigrazione e asilo; dispositivo che introduce notevoli limitazioni al diritto alla difesa garantito dall’art. 24 della nostra Costituzione.

 

E in effetti, secondo il DL che va ora alla Camera per l’approvazione finale entro il 18 aprile prossimo, viene abolito il secondo grado di giudizio nella procedura di richiesta d’asilo o protezione internazionale; e viene limitato il contraddittorio nell’udienza di primo grado. La presenza del profugo nel primo grado di giudizio, infatti, potrà o meno essere autorizzata dal giudice su richiesta dell’interessato.

 

Questo avrà anche un effetto pratico sull’aumento del numero di dinieghi alla richiesta d’asilo o di protezione internazionale. Finora, nel primo grado di giudizio, una quota consistente delle domande (circa la metà) veniva rigettata. I dinieghi però venivano recuperati in buona parte nel processo d’appello ed al richiedente veniva spesso concesso un permesso di carattere umanitario. Ora l’abolizione dell’appello si tradurrà in un aumento secco nel numero degli irregolari, già superiore al mezzo milione.

 

Con il DL, ancora, vengono istituiti i centri per i rimpatri (Cpr) e tribunali specializzati in materia di asilo: una scelta poco logica e dispendiosa visto il fallimento dei CIE tutti in fase di chiusura, per la loro inefficacia. Il Governo annuncia di voler procedere a maggiori espulsioni dei migranti irregolari, contraddicendo le indicazioni delle direttive UE che perdiligono i ritorni volontari.

 

Ancora: il lavoro socialmente utile per i profughi dovrà essere gratuito, malgrado la normativa sull’asilo stabilisca  che un richiedente possa lavorare ed essere pagato, fin dopo due mesi dalla presentazione della domanda.

 

Il Governo dunque sceglie una via di dubbia costituzionalità pur di “dissuadere” nuovi arrivi. Ed intanto nel Mediterraneo si muore. Sono quasi 700 infatti i migranti annegati durante traversata del Mare Nostrum  da inizio anno.  Nel 2016 erano arrivati al record di 5022.

 

Il nostro giudizio come UIL non può che essere fortemente critico. Non si “dissuade” la più grande ondata migratoria di questo secolo penalizzando le vittime del traffico di essere umani. Chi rischia la vita per imbarcarsi su gommoni fatiscenti, non si farà intimidire da qualche Cpr o sentenza del giudice: lui non ha alternative e si gioca l’unica chance che ha, per quanto scarsa.

 

Oggi abbiamo in Italia oltre cinquecento mila migranti irregolari sparsi nei territori; il sistema di accoglienza ne ospita 176 mila, gli altri vagano per l’Italia senza meta e senza futuro. Come è stato detto più volte, l’espulsione è più facile a dirsi che a farsi: non solo perché è molto costosa, ma anche perché non è concretamente fattibile, senza un accordo di riammissione con il paese d’origine. Attualmente i migranti effettivamente espulsi sono poche migliaia l’anno, a fronte di arrivi che nel 2016 sono stati oltre 181 mila e che quest’anno si stima potrebbero superare le 250 mila. Di che stiamo parlando Ministro Minniti?