Tasso di fecondità per le italiane sceso a 1,27 figli per coppia (1,95 per le straniere). Il saldo migratorio compensa appena il crollo della popolazione (- 134 mila). Boom di espatriati (157 mila nel 2016) e boom di nuove naturalizzazioni (+205 mila l’anno scorso)
(redazionale) Roma, 7 marzo 2017 - All’inizio di quest’anno, secondo uno studio Istat sugli indicatori demografici, si è stimato un calo della popolazione residente in Italia a 60,579 milioni; 86mila persone in meno rispetto al 2015. Operazioni di assestamento e revisione delle anagrafi hanno portato ad un saldo negativo di 87mila unità.
Nascite - La natalità dunque conferma la tendenza alla diminuzione già rilevata negli anni precedenti: il minimo record delle nascite del 2015 (dall’Unità d’Italia, si è detto) , era stato due anni fa di 486mila bambini, ora superato dai dati 2016 che registrano solo 474mila nascite.
Decessi - I morti sono stati 608mila l’anno scorso, dopo il picco del 2015 con 648mila decessi, un livello alto, in assonanza con il trend in crescita dovuto all'invecchiamento della popolazione. Il saldo naturale (nascite meno decessi) registra nel 2016 un valore negativo (-134mila) che rappresenta il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162mila).
Entrate/uscite - Il saldo migratorio estero nel 2016 è pari a +135mila (di cui oltre 100 mila giovani italiani), un livello analogo a quello dell'anno precedente ma, rispetto a quest'ultimo, è determinato da un maggior numero di ingressi (293mila), e da un nuovo massimo di uscite per l'epoca recente (157mila).
Età - Al 1° gennaio 2017 i residenti hanno un'età media di 44,9 anni, due decimi in più rispetto alla stessa data del 2016. Gli individui di 65 anni e più superano i 13,5 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione totale; quelli di 80 anni e più sono 4,1 milioni, il 6,8% del totale, mentre gli ultranovantenni sono 727mila, l'1,2% del totale. Gli ultracentenari ammontano a 17mila.
Vita Media - L'età media delle donne al parto è di 31,7 anni. La vita media per gli uomini raggiunge 80,6 anni (+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014), per le donne 85,1 anni (+0,5 e +0,1).
Tasso di fecondità delle coppie - La fecondità totale scende a 1,34 figli per donna (da 1,35 del 2015); ciò non è dovuto a una reale riduzione della propensione alla fecondità, ma al calo delle donne in età feconda, per le italiane, e al processo d'invecchiamento per le straniere. Le straniere, infatti, hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016 (contro 1,94 nel 2015). Le italiane sono rimaste sul valore di 1,27 figli, come nel 2015. Si conferma la propensione delle donne ad avere figli in età matura: l'età media al parto è di 31,7 anni.
Mobilità territoriale - I trasferimenti di residenza intercomunali risalgono sopra il livello di 1,3 milioni (+3,7% sul 2015). Tra questi, i movimenti tra regioni diverse sono 321mila (24% del totale) e continuano ad avvantaggiare le regioni del Centro-Nord.
Stranieri - Gli stranieri residenti al 1° gennaio 2017 sono 5.029.000 (8,3% della popolazione totale), in lievissimo aumento rispetto all'anno precedente (+2mila 500 unità, pari a +0,5 per mille). Per gli stranieri risultano positivi il saldo naturale (+54mila) e il saldo migratorio con l'estero (+216mila). Il contingente dei cittadini stranieri viene ridimensionato, tuttavia, da 122mila cancellazioni per irreperibilità e 205mila acquisizioni della cittadinanza italiana. La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,551 milioni (-89mila residenti). Per i cittadini italiani risulta negativo sia il saldo naturale (-189mila) che il saldo migratorio con l'estero (-80mila).
Cittadinanza italiana - Malgrado la mancata riforma della legge 91/92 che se approvata porterebbe alla cittadinanza italiana oltre 800 mila minori, i dati di acquisizione della cittadinanza italiana (attraverso le naturalizzazioni) registrato una forte crescita negli utli anni, grazie anche alla modernizzazione della procedura ed alla professionalità delle autorità addette. Dal 2013 i dati sulle acquisizioni di cittadinanza italiana hanno registrato un forte aumento: si è passati da 56 mila nel 2011 a 65 mila nel 2012, 100mila nel 2013 a 130mila nel 2014, sino alla punta di ben 178 mila nel 2015 ed ora 205 mila nel 2016. Sono diventati italiani soprattutto molti di coloro che appartengono a comunità di antico insediamento e che hanno dunque maturato i requisiti di acquisizione per residenza o naturalizzazione: albanesi e marocchini in testa. Molto significativo anche il dato relativo ai minorenni: il 37% dei nuovi italiani del 2015 ha meno di 18 anni.
Secondo statistiche aggiornate i nuovi cittadini sarebbero complessivamente vicini ad 1,5 milioni di unità, il che porterebbe il numero di residenti non nati in Italia a circa 6,5 milioni, cioè il 10,7% della popolazione complessiva, mentre i residenti di origine autoctona non supererebbero i 54 milioni, perdendo una media di 130/140 mila cittadini ogni anno.