Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 06/03/2017
Migranti, il nuovo piano Ue «Un milione da rimpatriare»
Migranti, il nuovo piano Ue «Un milione da rimpatriare»
06/03/2017  | Immigrazione.  

 

L’allarme di Bruxelles «Fino a 18 mesi di detenzione per chi dev’essere espulso». E la minaccia di sanzioni per chi non rispetta la richiesta

 

di Ivo Caizzi - http://www.corriere.it/

 

Milano, 3 marzo 2017 - La Commissione europea ha lanciato l’allarme sulla necessità di «rimpatriare oltre un milione» di migranti dall’Ue perché non hanno i requisiti per essere accolti come rifugiati. In vista della discussione sull’emergenza immigrazione, in agenda nel Consiglio dei capi di Stato e di governo in programma il 9 e 10 marzo prossimi a Bruxelles, il presidente lussemburghese della Commissione Jean-Claude Juncker e il commissario Ue greco Dimitris Avramopoulos hanno sollecitato anche aiuti per l’Italia e la Grecia, che «restano sotto pressione» davanti ai flussi in arrivo.

 

Avramopoulos ha presentato studi che stimano da rimpatriare oltre la metà dei due milioni di migranti arrivati nell’Ue. La Commissione europea ha così presentato proposte ai governi per accelerare e meglio gestire le espulsioni verso i luoghi d’origine. Spicca la richiesta di rinchiudere fino a 18 mesi chi deve essere espulso, per impedirgli di fuggire e raggiungere altri Paesi Ue. «Gli Stati membri dovrebbero ricorrere ai centri di detenzione quando i migranti irregolari non collaborano o c’è il rischio di fuga», ha detto Avramopoulos, escludendo che i centri possano diventare «campi di concentramento». Ha incluso perfino i minori non accompagnati. Immediate sono arrivate le proteste degli organismi umanitari, che hanno ricordato le difficilissime condizioni dei migranti e l’obbligo di rispetto dei loro diritti fondamentali. «Che i bambini siano inclusi in questo regime di detenzione è veramente scioccante», ha accusato Amnesty International.

 

I flussi da Siria e Iraq verso la Germania sono stati frenati con l’accordo da 6 miliardi con la Turchia. La Commissione, per arginare quelli in arrivo in Italia dal Mediterraneo centrale, suggerisce una «cooperazione continua e più significativa con Egitto, Tunisia e Algeria», dopo i «progressi tangibili» con «Etiopia, Niger, Nigeria, Mali e Senegal». L’Italia sta trattando con la Libia, sostenuta dalla presidenza maltese di turno dell’Ue, per finanziare anche un potenziamento della Guardia costiera libica. «Nessuno si aspetti risultati miracolosi nel giro di poche settimane, ma siamo confortati dal fatto che si fanno passi avanti e che l’Ue, anche grazie al ruolo di Malta, ci appoggia e lo farà anche nel prossimo vertice di Bruxelles», ha dichiarato il premier Paolo Gentiloni dopo aver incontrato il premier maltese Joseph Muscat.

 

Juncker ha scritto al presidente polacco del Consiglio europeo Donald Tusk per sostenere Italia e Grecia, che «hanno fatto sforzi importanti per migliorare la loro capacità e organizzare le loro procedure per rendere possibile il ricollocamento dei rifugiati». Avramopoulos ha ricordato che solo 13 mila rifugiati sono stati trasferiti da Grecia e Italia in altri Paesi Ue (sui 160 mila concordati). Ha ventilato il ricorso alle procedure d’infrazione per gli Stati inadempienti, che però hanno tempi lunghi e non appaiono adatte per l’attuale emergenza.