Gli accordi sul rinvio dei migranti, annunciati anche da fonti giornalistiche italiane, sono stati smentiti dalla Tunisia. Una rete di associazioni tunisine ed europee chiede che l’Europa accolga con dignità i migranti e che aiuti la Tunisia a consolidare la tutela dei diritti
Comunicato stampa del 21 febbraio 2017 - Il naufragio del diritto d’asilo - Le autorità tunisine sono oggetto di pressioni intollerabili da parte dell’Italia e della Germania. Nell’arco di una settimana hanno dovuto rispedire al mittente le proposte avanzate, prima dai responsabili tedeschi e poi da quelli italiani, in merito al rinvio verso la Tunisia di migranti e rifugiati. Le questioni di sicurezza interna sembrano costituire il perno dei termini di cooperazione imposti alla Tunisia su un campo che, tuttavia, è ben diverso: il diritto d’asilo.
Obbligare la Tunisia, in cambio di sostegno alla lotta contro il terrorismo, a sbarcare sul proprio territorio le persone intercettate dalla Guadia Costiera italiana, come suggerisce un articolo del Corriere della Sera, rappresenterebbe una violazione flagrante degli obblighi dell’Unione Europea e dell’Italia, già condannata nel 2012 dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per aver respinto dei rifugiati verso la Libia, in violazione al principio di non-refoulement.
Oltre allo schiaffo intollerabile al diritto d’asilo, si tratterebbe di un’agghiacciante manifestazione di cinismo da parte dell’Italia in un momento in cui la lotta al terrorismo concerne l’UE quanto la Tunisia.
A queste pressioni si aggiungerebbe, secondo una fonte parlamentare belga, l’inserimento di una clausola di riammissione negli accordi di dicembre 2016 sulla conversione del debito tunisino in investimenti del Belgio in Tunisia.
Nel momento in cui la Germania, il Belgio e l’Italia stanno considerando di inserire la Tunisia nella lista dei Paesi cosiddetti “sicuri”, le nostre organizzazioni ricordano che l’uso del concetto di paese “sicuro” è uno schiaffo al diritto d’asilo e che, in ogni caso, non è immaginabile considerare la Tunisia come paese d’origine o di trasito “sicuro” in base ai criteri previsti dal diritto europeo stesso (Direttiva 2013/32/UE).
La Tunisia non ha ancora adottato alcuna legislazione sul diritto d’asilo e non dispone delle capacità d’accoglienza per le persone bisognose di protezione internazionale. Non vi è alcuna garanzia di protezione contro l’incriminazione per “reato di emigrazione clandestina (1)”, in violazione del diritto fondamentale di lasciare qualsiasi paese, né vi sono garanzie procedurali per le persone non intenzionate a chiedere asilo che rischiano di essere private della libertà ed espulse in condizioni disumane e degradanti.
Le pressioni esercitate sulla Tunisia devono cessare e devono essere sostituite da un vero impegno da parte dell’Unione Europea e dei suoi Stati Membri per l’accoglienza di migranti e rifugiati sul territorio dell’Unione e di un reale sostegno alla Tunisia nel consolidamento dello stato di diritto e nella lotta contro il terrorismo.