Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 09/01/2017
Sottosegretario Ferri: «la legge già prevede l’espulsione dopo condanna in primo grado»
Sottosegretario Ferri: «la legge già prevede l’espulsione dopo condanna in primo grado»
09/01/2017  | Immigrazione.  

 

Roma, 8 gen. (AdnKronos) - "La legge attuale prevede già la possibilità di espellere il cittadino extracomunitario condannato anche solo in primo grado per una serie di reati gravi che prevedono l'arresto in flagranza" ma per rendere più efficace il sistema di espulsioni "occorre intensificare i rapporti bilaterali con gli Stati di provenienza, garantendo più collaborazione e riduzione dei tempi". E' quanto sostiene Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla Giustizia, in un'intervista al Quotidiano Nazionale. "Oggi - continua Ferri - senza modificare la normativa attuale si vuole prevedere la possibilità di espellere lo straniero richiedente asilo che ha avuto il diniego sia della commissione territoriale sia del tribunale di primo grado.

 

Così solo dopo questi due dinieghi si potrebbe prevedere la possibilità di espellere immediatamente lo straniero senza attendere i successivi gradi di giudizio che ovviamente potranno essere esperiti dallo stesso". Per quanto riguarda l'efficacia delle norme, "la strada indicata dalla Commissione europea del progetto 'Migration Compact' può essere risolutiva - sostiene il sottosegretario - ma deve diventare efficace e quindi l'Europa deve pretendere i rimpatri da Sudan, Eritrea, Niger, Gambia e Mali, che chiedono collaborazione anche economica. Come è stato fatto nell'accordo tra Ue e Turchia, bloccando così la rotta balcanica".

 

Per gestire l'emergenza immigrazione, secondo Ferri "il tema dell'identificazione è la criticità da risolvere". Come nel caso di Amri, ricorda il sottosegretario, "l'identificazione dalla Tunisia, se pur richiesta tempestivamente, è arrivata in ritardo all'Italia". Mentre sul fronte dei Cie "va intanto premesso che ci si entra a seguito di un provvedimento del Prefetto, eseguito dal Questore, e convalidato dal Giudice di Pace. I soggetti all'interno possono liberamente comunicare e hanno tempi di permanenza ben determinati (possono permanere solo 30 giorni se entrano dopo una scarcerazione e per un massimo di 90 giorni se entrano dopo un controllo ordinario). Dopo questo termine - ricorda - gli stranieri devono essere accompagnati nel paese d'origine e comunque vengono invitati con altro provvedimento del Questore a lasciare il Paese.

 

Ecco perché il punto nodale è ottenere la massima collaborazione nell'identificazione", ribadisce il sottosegretario. Infine, Ferri affronta la questione delle richieste di asilo, che si sono moltiplicate. Con il nuovo ddl Orlando sono previsti 12 tribunali distrettuali che si occuperanno solo di questa materia per sveltire le pratiche. "L'obiettivo è quello di ridurre i tempi e di espellere chi non ha avuto il riconoscimento del diritto d'asilo. Bisogna introdurre misure di semplificazione e prevedere la soppressione dell'appello: le decisioni relative al riconoscimento di protezione internazionale - continua - non potranno essere impugnate, in sede giurisdizionale, nel caso in cui siano respinte. È evidente che la specializzazione del magistrato, l'accorpamento delle competenze in un numero limitato di Tribunali possa portare risultati positivi in termini della qualità della decisione e della rapidità. Agli uffici giudiziari indicati dovranno essere però fornite le risorse necessarie", conclude il sottosegretario.