Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 28/10/2016
Accoglienza, integrazione, nuova cittadinanza
Accoglienza, integrazione, nuova cittadinanza
28/10/2016  | Immigrazione.  

 

dossier-immigrazione-loghino

 

Cinque milioni e ventiseimila sono  i cittadini di origine straniera nel nostro Paese nel 2015.  Cinque milioni e duecentomila sono, invece, gli italiani che, in base ai dati delle anagrafi consolari, risiedono all’estero. Per la prima volta, da molti anni a questa parte, il numero di emigrati italiani ha superato il numero di stranieri che vive regolarmente nel nostro Paese. Crisi certo della crisi economica che da noi dura ormai da otto anni, ma segno anche dell’estrema mobilità delle persone in un mondo sempre più globalizzato.

 

Il movimento migratorio non si arresta, anzi aumenta a causa dei conflitti, della poverta', dei cambiamenti climatici. Sono 244 milioni nel mondo i migranti, e di questi ben 65,3 milioni hanno lasciato il loro Paese non per scelta ma perche' costretti. In questo quadro di grande movimento, l'Italia si distingue per i suoi quasi 5 milioni e mezzo di cittadini stranieri che risiedono sul suo territorio (contando anche i soggiornanti non ancora iscritti all'anagrafe) ma anche per i 5.202.000 italiani residenti all'estero, che nel 2015 sono aumentati di 200mila unita'. Per non parlare, poi, del milione e 150 mila 'nuovi italiani'.

 

A fare i conti della presenza e del significato dei migranti e' come ogni anno il Dossier Statistico Immigrazione, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con la rivista interreligiosa Confronti, in collaborazione con l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e il sostegno del fondo Otto per Mille della Tavola valdese. Il rapporto e' stato presentato oggi a Roma e in contemporanea nelle principali citta' italiane. 

 

I dati, autorevolmente commentati,  sono stati presentati ieri a Roma nell’ormai  tradizionale teatro Orione  da: Franco Pittau (presidente onorario del Centro Studi e Ricerche Immigrazione Dossier… Statistico), Claudio Paravati (direttore della rivista Confronti), Paolo Naso (rappresentante della Tavola Valdese), Domenico Manzione (sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno con delega all'Immigrazione), Ugo Melchionda (presidente del Centro Studi e Ricerche Immigrazione Dossier Statistico), Luigi Bobba (sottosegretario di Stato al Ministero per il Lavoro e le Politiche Sociali), Lifang Dong (avvocato e socia fondatrice dello Studio legale Dong&Partners), Lorenzo Leuzzi (vescovo ausiliare della Diocesi di Roma).

 

Secondo i curatori del dossier, e' la Lombardia la regione con il maggior numero di stranieri residenti (1.149.011), seguita dal Lazio con 645.159 unita'. In queste due regioni e' elevata anche l'incidenza di stranieri sulla popolazione: 11% nel Lazio e 11,5% in Lombardia contro l'8% del valore nazionale. Ma la regione con la massima incidenza e' l'Emilia Romagna con il 12%. La regione con meno immigrati e' la Valle d'Aosta. Il numero maggiore di nuovi nati da stranieri (in tutta Italia 72.096 nel 2015) e' in Lombardia (18.703), a cui spetta anche il primato dei casi di acquisizione di cittadinanza: 46mila su un totale nazionale di 178.035.

 

In totale, a fine 2015, i cittadini italiani di origine straniera secondo le stime del dossier sono un milione e 150mila e l'elevato incremento delle acquisizioni di cittadinanza lascia ipotizzare che nel 2050, a tasso invariato, vi saranno oltre 6 milioni di cittadini italiani di origine straniera.

 

L'integrazione dunque e' la parola d'ordine se si vuole gestire un fenomeno che non e' assolutamente emergenziale, come ha sottolineato anche il sottosegretario all'interno Domenico Manzione nel corso della presentazione, ma strutturale. E bisogna farci i conti realisticamente: "nessuno pensa che accogliere queste persone sia semplice - ha detto il presidente di Idos, Ugo Melchionda - ma ma indubbiamente c'e' un dinamismo nella realta' immigrata che e' un catalizzatore della societa' italiana".

 

Basti pensare alle imprese create dagli immigrati, aumentate del 5% nel 2015 nonostante i 'morsi' della crisi. Ad aprire la conferenza è stato il rappresentante della Tavola Valdese, Paolo Naso, che ha incentrato il suo discorso su come promuovere l'accoglienza, anche attraverso corridoi umanitari.. Ha sottolineato la persistenza di chiusure, che hanno influito anche sulla soppressione di alcuni centri religiosi senza tener conto della loro importante funzione per l’aggregazione e l’integrazione. A seguire, c'è stato un breve intervento di Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico dell'Immigrazione,  il quale ha fatto emergere la  carenza di sensibilizzazione della società marcando la necessità di rivolgere ai giovani.

 

Domenico Manzione, sottosegretario all'Interno,  punta il suo discorso sull'accoglienza dei minori non accompagnati. Invocare  continuamente lo stato di emergenza, con i relativi inconvenienti operativi, significa, afferma il sottosegretario,  non rendersi conto che l’immigrazione, anche negli esodi non programmati, è un fenomeno strutturale destinato ad accompagnarci in futuro, pertanto  “per farne capire la portata è indispensabile potenziare l’informazione rivolta ai cittadini, spinti dalla convinzione che solo così si potranno trovare soluzioni di sistema”. Costruire un muro, infatti, equivale quasi sempre a creare sommossa, o almeno a provocare una crisi.

 

I muri sono risposte non strutturate, ed è per questo che c'è l'esigenza di corridoi umanitari, che possano creare ponti. Importante   riflessione, quella di  Ugo Melchionda, che ha affrontato il tema di accoglienza, migrazione, cittadinanza attraverso dati statistici. Presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, è entrato nel merito ai  dati raccolti nel volume, proponendo per la loro lettura una triplice griglia: accoglienza, integrazione, nuova cittadinanza. Per l’accoglienza ci si può ispirare ad esempi positivi, che vengono praticati da diversi paesi: un esempio è dato dallo Sprar in Italia; per l’integrazione va fatto riferimento a vari ambiti, quali demografia, occupazione, scuola; per la nuova cittadinanza, bisogna tenere conto degli aspetti positivi che possono derivare dalla comune collaborazione.

 

Il senatore Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, focalizzando l'attenzione sull'integrazione socio-lavorativa dei migranti, ha sottolineato da un lato l’imponente numero rappresentato dai 65 milioni di migranti forzati e, dall’altro, gli indicatori di integrazione degli immigrati in Italia a livello di lavoro dipendente, di imprenditorialità, di contributo al sistema previdenziale e, più recentemente, anche nell’ambito del servizio civile, salvo restando che gli sforzi dell’Italia vanno integrati con un maggiore coinvolgimento dell’Unione Europea. Lifang Dong, avvocato e socia fondatrice dello Studio legale Dong e Partners, ha inaugurato il suo discorso partendo dall'analisi della parola crisi, che assume un significato negativo in italiano e in inglese, mentre in cinese assume il significato opposto.

 

Crisi, infatti, è sinonimo di opportunità per la società cinese. Il discorso si conclude sull'importanza dell'acquisizione della cittadinanza e del diritto al voto, per una integrazione e partecipazione piena alla società.  di origine cinese, che “si sente perfettamente a suo agio come cittadina italiana”, e opera come “mediatrice imprenditoriale” a favore delle aziende italiane che intendono investire in Cina e di quelle cinesi che vogliono investire in Italia. Dalla sua esperienza ha tratto la conclusione che serve più ottimismo, spinti dalla convinzione che anche le differenze devono essere valorizzate.

 

Il vescovo ausiliare di Roma, mons. Lorenzo Leuzzi, ha insistito sulla necessità di passare dalla teologia del nomadismo alla teologia dello sviluppo, al fine di riuscire a cogliere la sostanza del momento che stiamo vivendo. Nel primo caso si rischia di accreditare il pericolo di invasione, nel secondo caso si può rispondere agli interrogativi del mondo globalizzato, perché con una seria strategia di sviluppo si possono offrire valide prospettive di partecipazione, liberando le migrazioni.

 

A cura di A. Scalzo e M.P. Cardone