Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 15/07/2016
Trecentomila lavoratori stranieri hanno perso il permesso di soggiorno a causa della crisi
Trecentomila lavoratori stranieri hanno perso il permesso di soggiorno a causa della crisi
15/07/2016  | Immigrazione.  

 

Roma, 15 luglio 2016 – Tra il 2014 ed il 2015 oltre 300 mila permessi di soggiorno per lavoro non sono stati rinnovati, a causa della crisi. Di questi, un terzo hanno lasciato il paese, mentre altri 200 mila sono finiti nel lavoro sommerso “una trappola in cui impera lo sfruttamento e la negazione dei diritti e da cui è difficilissimo uscire, anche a causa dell’attuale infausta normativa sull’immigrazione”.

 

Dopo la mobilitazione nazionale, promossa lo scorso 28 giugno, che ha visto iniziative sindacali e presidi di lavoratori – italiani e stranieri – davanti alle prefetture di quasi 70 città italiane, Cgil, Cisl e Uil hanno fatto il punto della situazione in una lettera inviata oggi ai sottosegretari del Ministero del Lavoro ed interno Franca Biondelli e Domenico Manzione.

 

Il sindacato, si legge nella missiva,  “esprime preoccupazione sull’attuale situazione che vede coinvolti centinaia di migliaia di  immigrati  che versano in condizioni drammatiche e precarie. L’attuale e stagnante congiuntura economica e occupazionale, negativa in Italia e nel resto d’Europa, ha eroso nel tempo oltre novecentomila posti di lavoro. Una crisi economica e sociale che  continua a riflettere i suoi effetti sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici italiani ed immigrati, ma anche delle loro famiglie, determinandone una profonda e persistente fase di disagio economico, finanziario e sociale”, hanno scritto i sindacati.

 

Cgil, Cisl, Uil, ricordano come il successo delle manifestazioni unitarie in tutta Italia è sicuramente un segnale “di quanto il problema del non rinnovo dei permessi a chi ha perso il lavoro e non lo trova entro un anno, venga vissuto come un grave dramma sociale, anche per famiglie di stranieri presenti nel nostro paese da anni e fortemente radicate”.

 

Il dover scegliere tra una nuova immigrazione al buio e l’imbuto del lavoro nero, continuano Cgil, Cisl, Uil,  è una drammatica alternativa “su cui lucrano le organizzazioni criminali innescando un circolo vizioso, che produce non solo dumping economico e sociale, ma accresce e favorisce anche fenomeni di tratta e sfruttamento che come  Sindacato,  non possiamo tollerare”.

 

“Per questo, conclude la lettera,  crediamo sia opportuno rivedere i termini di durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione, estendendolo  ad almeno 24 mesi; provvedimento a cui affiancare, in un ottica di reale sostegno all’inclusione, la messa in atto di politiche attive del lavoro al fine di favorire la riqualificazione e la ricollocazione di quanti già presenti e integrati nel nostro territorio. Politiche attive di reinserimento occupazionale che debbono riguardare, allo stesso modo, lavoratori stranieri ed italiani”. “A tal riguardo e proprio in favore della legalità…. riteniamo che l’attenzione delle Parti vada rivolta a tutte le criticità che oggi sono di ostacolo al rilancio dell’economia e del Sistema Paese e chiediamo, dunque, la disponibilità delle S.V. ad incontro congiunto al fine di discutere le misure necessarie ad affrontare questa difficile situazione, che ormai appare più strutturale che congiunturale”.