Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 31/05/2016
Migranti, CIR, allarmante l’idea di hotspot galleggianti
Migranti, CIR, allarmante l’idea di hotspot galleggianti
31/05/2016  | Sindacato.  

 

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Roma, 31 mag. (AdnKronos) - "L'idea che si possano realizzare hotspot galleggianti, che sembrerebbe concretizzarsi in queste ore, ci allarma molto". E' quanto dichiara all'AdnKronos la direttrice del Cir, il Consiglio italiano per i rifugiati, Fiorella Rathaus per la quale "sono molti i profili che ci inquietano", in relazione all'idea filtrata dal Viminale della realizzazione di hotspot direttamente su navi militari. Si chiede la direttrice del Cir: "Che tipo di accesso all'informazione legale avranno queste persone prima di essere identificate? Saranno presenti su queste barche anche organizzazioni internazionali e ONG che potranno garantire questa assistenza legale? In questi hotspots si provvederà alla sola identificazione o verranno già messe in atto e rese operative procedure di rimpatrio per chi verrà considerato un migrante economico?".

 

Rathaus ricorda che "la valutazione del bisogno di protezione deve essere sempre fatta su base individuale e non si può assolutamente escludere che persone provenienti dalla Nigeria o dal Gambia, solo per nominare alcuni dei Paesi di origine che più direttamente interessano l'Italia, abbiano diritto ad essere riconosciuti come rifugiati. Ma per poter esercitare questo diritto le persone dovrebbero essere in primo luogo informate e in secondo luogo dovrebbero essere messe in condizione di richiedere questa protezione. Cosa che non ci sembra assolutamente essere possibile su delle navi".

 

Osserva la direttrice del Cir: "Ci sembra purtroppo che gli hotspot galleggianti si inseriscano e radicalizzino una tendenza che vuole distinguere in modo veloce, e quindi per lo più sulla base delle nazionalità di origine, rifugiati e migranti economici".  Inoltre, "ci preoccupa enormemente un altro fattore: come potranno persone appena salvate in mare, fortemente traumatizzate, poter affrontare una pratica di valutazione dalla quale dipende il loro futuro? Crediamo che le barche siano fondamentali per salvare le persone, dare loro una prima assistenza e sicurezza. Non possono trasformarsi in un luogo di identificazione e valutazione", conclude.