Bruxelles, 20 apr. (AdnKronos) - (Tog/AdnKronos) - Il Migration Compact, l'aide-mémoire presentato dal governo italiano per proporre un approccio sistematico alla crisi dei migranti, è stato condiviso nei suoi contenuti durante il Coreper (Comité des Représentants Permanents), il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati membri presso l'Unione Europea che si è riunito oggi alla vigilia del Consiglio Affari Interni e Giustizia in agenda domani a Lussemburgo, dalla Francia, dalla Spagna e anche dalla Germania.
Berlino, si apprende da fonti Ue, ha ribadito anche in sede di Coreper il suo dissenso sulla proposta di finanziare il programma tramite gli eurobond. Per l'Italia quello degli eurobond non è un fine, ma un mezzo per l'attuazione del piano: quello che viene ritenuto inadeguato è l'attuale sistema di finanziamento, che passa per dei fondi dedicati di volta in volta che si presentano delle emergenze o dei problemi.
Il governo italiano non ha preclusioni sui mezzi di finanziamento, che possono essere tanti: l'importante è che le soluzioni alla crisi migratoria vengano finanziate in modo strutturale, e non episodico. Per fare questo, il presupposto principale è che si faccia una valutazione preliminare di quanti fondi sono a disposizione, come vengono spesi eccetera, come si fa in un'azienda prima di fare un piano industriale.
Domani il tema del Migration Compact dovrebbe essere ripreso durante il Consiglio Affari Interni e Giustizia, centrato sui temi della sicurezza dopo gli attacchi terroristici di Bruxelles del 22 marzo e su quello delle migrazioni: è probabile che ne parli il ministro degli Interni Angelino Alfano.
Il motivo per cui nel non-paper è stato inserito esplicitamente il tema degli eurobond, che in Germania suscita reazioni negative ormai quasi automatiche e quindi prevedibili, è che l'Italia tiene a mettere in chiaro che la crisi dei migranti è un problema europeo, e ha bisogno di un finanziamento europeo. Se può anche talora essere compreso che la condivisione degli oneri pratici, in termini di ospitalità, che comportano i flussi migratori sia problematica, perché ha implicazioni politiche ed elettorali, Roma ritiene inaccettabile che ci si rifiuti di condividere anche i costi economici. Il messaggio dell'Italia è che, quale che sia il mezzo finanziario, quei costi sono costi europei e come tali vanno trattati ed affrontati.
La proposta del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, di finanziare le misure necessarie ad affrontare la crisi dei migranti tassando i carburanti a livello europeo non pare, a prima vista, il modo più adatto per avvicinare i cittadini alla necessità di affrontare la crisi migratoria, né per incentivare la ripresa dei consumi interni. L'Italia, in ogni caso, è pronta a discutere sui mezzi di finanziamento, ma quello che conta per Roma è che quei costi siano considerati costi europei.
Sulla riforma del sistema di Dublino, quello che assegna ai Paesi di primo ingresso gran parte degli oneri legati alle migrazioni, domani a Lussemburgo dovrebbe esserci la prima discussione politica sulle alternative dispiegate dalla Commissione: Italia e Germania, insieme a pochi altri Stati, dovrebbero indicare la propria preferenza per l'opzione due, quella più ambiziosa, che ipotizza l'introduzione di un nuovo sistema per allocare i richiedenti asilo negli Stati membri, sulla base di un meccanismo di redistribuzione permanente, che rifletta le relative dimensioni, ricchezza e capacità di assorbimento di ogni Stato membro.
La responsabilità dell'esame non sarebbe più legata, in questo caso, al Paese di primo ingresso. La strada perché questa opzione, più ambiziosa, abbia successo, tuttavia, appare in salita. Molti Paesi dell'Unione propendono per la prima opzione, che prevede di preservare gli attuali criteri per l'allocazione della responsabilità per l'esame delle domande di asilo, introducendo un meccanismo strutturale per la redistribuzione e la riallocazione di emergenza, che verrebbe attivato in determinate circostanze, quando uno Stato membro deve affrontare una "pressione sproporzionata".