(http://www.ft.com/comment/ft-view)
Europe’s migrant crisis è entrata in una nuova fase. Dopo un anno in cui più di un milione di persone sono affluite al vecchio continente dal Medio Oriente e oltre, ci sono segni che i numeri sono in calo. Il recente accordo UE-Turchia, in base al quale Ankara si è impegnata a riprendere i rifugiati che cercano di attraversare il Mar Egeo, ha tagliato i flussi dai Balcani verso la Germania. Per Angela Merkel, ampiamente criticata in patria e all'estero per la sua politica delle porte aperte, questo ha portato un po’ di respiro di cui aveva molto bisogno.
Questo sviluppo degli eventi è stato però di minor aiuto per Matteo Renzi. Il primo ministro italiano è preoccupato del fatto che, mentre la rotta balcanica è stata prosciugata, c’è stata poca riduzione dei flussi delle persone provenienti dal Nord Africa e dirette verso il territorio italiano. Il loro numero rimane ai livelli dell’anno scorso ed è destinato a salire visto il blocco della rotta dell’Egeo. La morte di 500 migranti in un naufragio nel Mediterraneo la scorsa settimana, la peggior tragedia marittima che coinvolge i rifugiati da un anno, dimostra quanto sia grave la sfida che attende l'Italia.
Mr. Renzi vorrebbe che i suoi partner assistano l’Italia nel ridurre i flussi dal Mediterraneo, con la stessa alacrità che hanno mostrato nel raggiungere un accordo con la Turchia. Ciò comporterebbe aiutare i Paesi dell’Africa sub-sahariana nel compito di frenare i flussi migratori con iniziative finanziarie volte a migliorare i loro standard di sicurezza ed il loro sviluppo economico. Tutto questo può essere comprensibile. Ma polemicamente, il premier chiede anche che il costo dei fondi necessari a questo “migration management” siano coperti da emissioni di obbligazioni comuni della UE. (EU bonds).
Mr. Renzi dovrebbe riconoscere il motivo per cui la sua idea è una completa falsa partenza. Durante la crisi della zona euro, la mutualizzazione del debito è stato spesso fatta trapelare come una soluzione da parte dei paesi del Sud Europa, Italia compresa. Berlino giustamente ha ritenuto che la commistione di debiti della zona euro eliminerebbe qualsiasi incentivo per le economie del sud di effettuare riforme strutturali, lasciando ai tedeschi l’onere di farsene carico. Angela Merkel sarebbe giustificata nel vedere nello schema di Renzi poco più di un pendio scivoloso verso richieste di euro bond in generale.
La proposta di Renzi è anche destinata a produrre il sospetto che il premier stia giocando in casa in un momento di crescente disaffezione pubblica verso l'UE. Nel corso degli ultimi mesi, il primo ministro ha ripetutamente bisticciato con Berlino e Bruxelles su questioni quali le norme della Commissione europea in materia di bilancio italiano. La sua ultima iniziativa sembra essere di un genere simile - populista ma non pratica.
Renzi non dovrebbe rinunciare alla sua richiesta più ampia che l'UE faccia di più per assistere le nazioni del Nord Africa. Il blocco europeo ha parlato per anni dell'importanza dei suoi vicini nel Mediterraneo e la necessità di creare una collaborazione più profonda con quelle nazioni. Ma la condotta, in pratica, dell’Unione è scesa ben al di sotto della sua retorica.
Dopo le rivolte arabe 2011, l'Unione europea ha fatto grandi promesse di costruire relazioni con i paesi della regione, ma poco è stato fatto per aprire i mercati UE a questi Stati da allora. L’abbandono dell'Europa della Libia dopo la caduta del regime di Gheddafi è stata una macchia sulla sua reputazione. E' particolarmente doloroso che l'Europa stia facendo così poco per aiutare la Tunisia, l'unico paese della regione che è ancora saldo nei principi democratici, ma che rischia di essere destabilizzato dalla minaccia di Isis.
Non ci può essere una soluzione duratura alla crisi dei migranti, senza una maggiore sicurezza e lo sviluppo economico in tutto il Nord Africa. Mr. Renzi è giustificato nel chiedere all'Unione europea di fornire i fondi per raggiungere questo obiettivo. Ma quello che deve offrire sono proposte realistiche capaci di generare consenso, non le idee che sollevano dubbi sulle sue vere motivazioni.