Quelle aperte da immigrati, un po’ in tutti i settori, hanno superato la soglia del 10% del totale. La Toscana è in testa
(http://www.ilgiornaleditalia.org/index.html) Milano, 28 marzo 2016 - Continua a crescere, anche negli anni della crisi che per loro evidentemente non si sente più di tanto, il numero di immigrati che hanno aperto un’impresa in Italia: nei dodici mesi dello scorso anno, le imprese individuali aperte nel nostro Paese da cittadini nati fuori dell’Unione Europea sono aumentate di quasi 23mila unità, portando il totale di queste realtà a superare la quota di 350mila, ovvero il 10,9% di tutte le imprese individuali operanti nel nostro Paese. Cinque anni fa, a fine 2010, erano 100mila in meno.
Lo rileva uno studio di Unioncamere-InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane secondo cui il dato assume ancora maggior significato considerando che il saldo complessivo delle imprese individuali lo scorso anno è stato pari a -0,1%.
La presenza di piccoli imprenditori extra-europei si rivela particolarmente significativa nelle attività artigiane, laddove gli italiani continuano invece a soffrire e pure parecchio: oggi sono oltre 120mila, un terzo di tutte le micro-aziende di immigrati, con forti specializzazioni in settori economici quali i servizi alle imprese (dove il 23% è extra-UE), ma anche il commercio (16,4%) e le costruzioni (altro settore di forte crisi per gli italiani, quando invece gli stranieri hanno oramai una fetta del 15,2%).
La mappa della loro presenza sul territorio vede ai primi posti regioni come Toscana, Lombardia, Liguria e Lazio (tutte con una rappresentanza di micro-imprese di immigrati superiore addirittura al 15% del totale delle imprese individuali regionali) con la città di Prato che, dall’alto del 40,9% di imprese individuali con passaporto extra-Ue (notoria la presenza di tanti cinesi in questo lembo della Toscana) si conferma la capitale virtuale dell'imprenditoria immigrata in Italia.
“Per gli stranieri giunti in Italia aprire un’impresa è certamente un modo per integrarsi nel nostro sistema economico e sociale”, commenta il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, che aggiunge: “Gli imponenti flussi migratori con i quali ci confrontiamo richiedono sicuramente politiche di accoglienza mirate. A queste, però, si possono affiancare strumenti e politiche di integrazione a basso costo quali quelle di supporto all’avvio dell’attività imprenditoriale. È questo un ambito nel quale le Camere di Commercio giocano un ruolo importante”.