Dopo l'allarme lanciato, anche dalla UIL, sulla forte crescita dei voucher venduti nel 2015 - 115 milioni (+66,1 % sul 2014) con 1.695.374 lavoratori coinvolti - ben venga un intervento che regoli il fenomeno. Tuttavia, la preannunciata novità che stabilisce le modalità con cui il datore di lavoro dovrebbe comunicare, con precisione, l'inizio e fine della prestazione non può risolvere tutto.
Per la UIL si dovrebbero apportare ulteriori modifiche: escludere interi settori come industria, turismo e terziario, che già regolano la necessaria flessibilità, anche stagionale, per via contrattuale e stabilire un tetto di utilizzo dei voucher per tipologia di impresa, rinviandone la definizione alla contrattazione collettiva.La contrattazione è, infatti, il miglior punto di incontro tra esigenze aziendali e tutele dei lavoratori.
Roma, 22 marzo 2016