Il movimento sindacale pone al primo partito di governo importanti urgenze: permesso di soggiorno per attesa occupazione a due anni; riforma della cittadinanza; lotta al dumping lavorativo ed economia sommersa. E per i profughi no ad accordi con la Turchia per respingere i richiedenti asilo; riforma del regolamento di Dublino e programmi di vera integrazione per combattere l’emarginazione sociale causa di discriminazione e razzismo.
(redazionale, di Giuseppe Casucci) Roma, 15 marzo 2016 – Si è tenuto ieri, presso la sede nazionale del Partito, l’incontro tra i Dipartimenti immigrazione di Cgil, Cisl, Uil e l’On.le Micaela Campana, resp.le PD per le tematiche del Welfare e dell’immigrazione. La dirigente PD era accompagnata da Marco Pacciotti, mentre la delegazione sindacale era composta dal Segretario Confederale UIL Guglielmo Loy, Kurosh danesh e Sally Kane della Cgil e da Liliana Ocmin della Cisl, oltre che dal sottoscritto.
L’obiettivo dell’incontro era quello di sottoporre al principale partito di maggioranza di Governo l’esigenza di affrontare con rapidità ed efficacia problemi relativi all’immigrazione ed asilo, alla luce della lunga fase di crisi economica e dell’attuale crisi umanitaria prodotta dai conflitti in Medio Oriente. Iniziando l’incontro Loy ha ricordato che gli effetti della crisi economica in atto ormai da 8 anni, ha portato non solo quasi 400 mila stranieri a lasciare il nostro paese (assieme a 700 mila giovani italiani), ma anche allo scivolamento di molte decine di migliaia di immigrati regolari verso l’economia sommersa.
Questo grave fenomeno, sommato, all’arrivo in Italia di oltre 350 mila migranti e profughi nell’ultimo biennio, si è tradotto in una forte spinta al dumping lavorativo e sociale, con gravi casi di sfruttamento – nelle campagne come nel commercio e nell’edilizia – ed un indebolimento dei diritti contrattuali di tutto il mondo del lavoro. Da qui la necessità di interventi normativi urgenti per portare a due anni la durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione, assieme all’avvio di politiche attive per il reinserimento produttivo di chi ha perso il lavoro, italiano o straniero che sia.
Servono anche – hanno ribadito i sindacalisti - politiche di contrasto vero al lavoro nero ed all’evasione contributiva, nonché politiche premiali per i datori che aiutano all’emersione italiani e stranieri. In questo senso una migliore applicazione della direttiva 2009/52/CE aiuterebbe una migliore tutela delle vittime del lavoro sommerso ed a far emergere gravi casi di sfuttamento. Nel corso del dibattito sono intervenuti un po’ tutti i presenti richiamando alla necessità di accelerare la riforma della cittadinanza; permettere la partecipazione al voto amministrativo degli stranieri lungo soggiornanti; applicare la sentenza della Corte Europea di Giustizia che ha chiesto all’Italia di ridurre l’importo della sovrattassa sui permessi di soggiorno.
Sul fronte dei profughi, il sindacato ha ribadito il proprio no alla scelta di monetizzare il diritto d’asilo pagando la Turchia per “contenere” il flusso migratorio e respingere le vittime della guerra. “Servono ponti non muri”, è stato detto coralmente: “chi ha diritto all’asilo deve essere accolto tenendo conto anche di esigenze personali e tutti gli Stati membri UE debbono rispondere ai trattati internazionali e mettere fine agli egoismi nazionali”.
Si è inoltre ribadita l’urgenza di riformare il regolamento di Dublino per permettere un’equa distribuzione dei profughi tra i 28 Stati Membri; di moltiplicare i canali umanitari per garantire vie d’accesso legale all’UE, combattendo la tratta delle persone e le morti in mare (oltre 4000 nel solo 2015 e 1500 dall’inizio di quest’anno); di favorire il rimpatrio volontario assistito evitando ipotesi di respingimento contrarie alla normativa internazionale.
E’ stata anche toccata la scottante tematica dei minori non accompagnati (“che vanno maggiormente tutelati”) e si è auspicata la unificazione del sistema di accoglienza dei profughi (sul modello SPRAR) per evitare speculazioni sulla pelle dei richiedenti protezione e sprechi, favorendo un modello di accoglienza ed integrazione diffuse sul territorio italiano ed in Europa.
Si è anche sollecitato un richiamo alla disponibilità al confronto al Dipartimento Libertà Civili ed Immigrazione del Viminale, al fine di permettere la ricerca di soluzioni efficaci attraverso la collaborazione ed il dialogo sociale.
Corale è stata infine la preoccupazione per l’insorgere di gravi insofferenze verso l’ondata migratoria, anche a causa di pessime campagne di stampa; episodi che debbono essere combattuti con efficaci programmi di integrazione, campagne informative e lotta alle discriminazioni.
L’On. Campana ha mostrato una grandissima disponibilità e competenza, mettendosi a disposizione per creare una serie di incontri con i rispettivi ministeri competenti, con l’obiettivo di approfondire le tematiche e le possibili sinergie e collaborazioni. Seguiranno dunque altri momenti di confronto ed approfondimento.