L'UE e la Turchia affermano di aver concordato i principi generali di un piano per alleviare la crisi migratoria. In base al piano discusso a Bruxelles, tutti i migranti che arrivano in Grecia dalla Turchia verrebbero mandati indietro. In cambio, per ogni siriano restituito, un siriano già in Turchia verrebbe reinsediato nella UE. La Turchia potrebbe anche ottenere ulteriori finanziamenti e progressi nell’anelato percorso verso l'integrazione europea.
Tuttavia, l'accordo non è stato ancora finalizzato ed il dialogo continuerà in vista di una prossima riunione UE il 17-18 marzo.
La crisi umanitaria – Quale proposta?
L'Europa sta affrontando la più grande crisi di rifugiati dalla seconda guerra mondiale. L'anno scorso, più di un milione di persone sono entrate illegalmente nell'UE via mare, principalmente dalla Turchia alla Grecia. La maggior parte erano siriani, in fuga da una guerra civile che dura da 4 anni. Altri 2,7 milioni di siriani vivono attualmente in Turchia.
I capi dell'Unione Europea hanno detto che sono necessarie "mosse coraggiose" per affrontare la crisi, ed hanno fatto le seguenti proposte:
- Tutti I migranti irregolari che attraversano la Turchia, diretti alle isole greche, debbono essere rimandati in Turchia, costi a carico della UE. Per migranti irregolari si intende tutti quelli al di fuori delle normali procedure di transito, cioè privi di documenti. Il termine “migrazione illegale” normalmente si riferisce al traffico di persone;
- In cambio per ogni siriano rimandato in Turchia, un altro siriano già accolto in Turchia verrà reinsediato nell’Unione Europea;
- Piani per facilitare l’accesso alla UE di cittadini turchi verranno accelerati, al fine di consentire la loro esenzione dal visto entro giugno 2016;
- Il pagamento di 3 miliardi di euro, che la UE ha promesso in ottobre verrà accelerato, mentre una decisione sarà presa su ulteriori finanziamenti per aiutare la Turchia ad affrontare la crisi. La Turchia avrebbe chiesto alla UE di aumentare gli aiuti fino a 6 miliardi di euro;
- Preparativi verranno fatti in ordine alla decisione di apertura di nuovi capitoli nei colloqui per l'adesione all'UE della Turchia.
Come hanno reagito i leader?
Il Presidente del Consiglio europeoDonald Tusk ha insistito che i leader al vertice hanno fatto un "passo avanti", e si è mostrato pieno di speranza di concludere l'affare la prossima settimana. Ha detto che il progresso dei colloqui ha inviato "un messaggio molto chiaro che i giorni della migrazione irregolare verso l'Europa sono finiti".
Tuttavia, il cancelliere tedesco Angela Merkel è stato più cauto, affermando: " si tratta di un passo avanti, solo se diventa realtà"
Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha detto che la Turchia aveva preso una decisione che "cambia il gioco" "per scoraggiare l'immigrazione clandestina, per prevenire la tratta di esseri umani e per aiutare le persone che vogliono venire in Europa incoraggiando l'immigrazione legale".
Chris Morris della BBC in Brussels afferma che, malgrado l’iniziativa sia coraggiosa, potrebbe dar luogo a feroci discussioni, e la sua implementazione non sarà facile.
Potrà il sistema “ritorno” funzionare?
Il sistema precisato alla BBC dal portavoce della Commissione europea per la migrazione Natasha Bertaud vedrebbe tutti i migranti soccorsi in acque greche raccolti su di un'isola greca per lo screening. Tutti i migranti economici verrebbero quindi rimandati in Turchia dove verrebbero di nuovo monitorati e se trovati "privi di diritto alla protezione internazionale" (che copre attualmente solo siriani) verranno rimandati al loro paese di origine.
Ancora: tutti i migranti soccorsi dalla NATO in acque turche verrebbero portati di nuovo in Turchia, che deciderà sul loro status.
Permangono però gravi interrogativi:
- Cosa accadrà alle migliaia di migranti già in Grecia, che hanno lottato per un rifugio e per farsi registrare?
- Qual è lo status giuridico dei migranti rimandati in Turchia?
- Dato che quel Paese non è un membro a pieno titolo della Convenzione di Ginevra, potrebbe questo accordo essere impugnato in tribunale?
Inoltre, solo un membro della UE – la Bulgaria – considera attualmente la Turchia un paese sicuro per il ritorno di migranti. L’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite ha già espresso preoccupazione per il "l’ambiguo ritorno" di persone, senza chiarezza sul loro status giuridico.
Ancora: il sistema uno dentro uno fuori si applica solo ai siriani. Cosa succederà a tutti gli altri migranti rimandati in Turchia? Anche in questo caso la legittimità del loro ritorno deve essere considerata, come anche la capacità della Turchia di farli ritornare salvi nel Paese d’origine.
Il problema più grande, però, verrà dagli stessi migranti: avendo rischiato la vita ed investito gran parte del loro denaro, non cercheranno semplicemente vie alternative?
Ed in effetti imigranti nel campo Calais noto come "the Jungle", non sembrano aver rinunciato ai loro tentativi di raggiungere il Regno Unito.
Per quanto riguardail reinsediamento, c'è grande opposizione da parte di alcuni membri della UE per le quote obbligatorie di migranti.
Quali sono gli altri ostacoli?
Il primo ministro ungherese anti- immigrazione Viktor Orban ha già indicato di poter porre il veto all'affare reinsediamento.
C’è poi la richiesta della Turchia di adesione all'UE. Un lungo e spinoso problema, non aiutato dalla recente disputa sulla libertà di stampa libertà relativa al sequestro ordinato da un tribunale turco del quotidiano dell’opposizione Zaman. Dati tutti gli ostacoli, però, questo non è il problema più pressante.
Più problematica è la richiesta della Turchia di far entrare tutti i suoi cittadini senza visto nella zona Schengen dell'Unione europea; obiettivo che Ankara spera di raggiungere entro giugno. Questa richiesta però può attirare molta opposizione.
Il futuro di Schengen – sistema che permette di viaggiare senza passaporto in un’area di 26 nazioni - è già in dubbio, dato che otto Stati membri UE hanno introdotto controlli temporanei alle frontiere.
Nota terminologica: La BBC usa il termine migrante per fare riferimento a tutte le persone in movimento che devono ancora completare il processo legale di richiesta d’asilo. Questo gruppo comprende persone in fuga paesi in guerra come la Siria, che sono suscettibili di avere concesso lo status di rifugiato, così come le persone che sono alla ricerca di posti di lavoro e una vita migliore, che è probabile vengano considerati come migranti economici.