Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 28/01/2016
Migranti, solo 300 richiedenti asilo (su 40 mila) ricollocati. Relocation ferma
Migranti, solo 300 richiedenti asilo (su 40 mila) ricollocati. Relocation ferma
28/01/2016  | Sindacato.  

 

ANSA, 26 gennaio 2016 - Sono soltanto 300 finora i richiedenti asilo sbarcati in Italia e ricollocati in altri Paesi europei che hanno accettato di riceverli secondo il piano promosso da Bruxelles. Lo ha riferito il sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione, in audizione alla commissione Diritti umani del Senato, lamentando che "mentre noi abbiamo aperto tre hotspot e portato la quota di identificazioni all'80%, la relocation segna il passo" (da ANSA).

 

La colpa, secondo Manzione, "è di vari fattori. L'accordo di Dublino particolarmente farraginoso, le condizioni praticamente inesaudibili poste dai Paesi che dovrebbero accogliere i rifugiati e la 'scomparsa' dei siriani e degli eritrei, le nazionalità che possono accedere al programma di ricollocamenti. Nel 2016 non ne sono arrivati in Italia, dovremmo attingere alla quota di siriani e eritrei giunti in passato che però ora non hanno alcun interesse ad essere ricollocati".

 

Sbarchi - I flussi, per ora, continuano. Quelli via mare verso l'Italia si attestano a 2.620 migranti in questo inizio d'anno, contro i 3.528 dello stesso periodo del 2015. Ma oggi ne sono stati soccorsi ben 1.271. I più numerosi provengono da Guinea (281),Marocco (239), Gambia (239), Senegal (219) e Mali (201).

 

Il sistema di accoglienza nazionale ospita quasi 105mila persone. Tre gli hotspot aperti: Lampedusa, Trapani e Pozzallo.

 

Hot Spot - "Gli hotspot - spiega il sottosegretario - sono un argomento spinoso di confronto con la Commissione europea. Gli altri Stati sembrano annettere qualità taumaturgiche a questi centri, ma non è così. Per noi sono strutture dove, oltre a fare le cose che già facciamo, si procede al'identificazione dei migranti. Purtroppo molte di queste persone rifiutano di farsi identificare e noi non abbiamo nel nostro Paese una copertura normativa per trattenerle oltre un certo periodo".

 

"Il sistema comunque - ha proseguito - sta procedendo secondo i programmi: ci sono tre hotspot aperti. Quello in Friuli che si è ipotizzato non rientra nel piano. E' solo un'ipotesi a seguito della parziale chiusura delle frontiere di altri Stati. Se Austria e Slovenia chiudono, dobbiamo porci il problema di capire se i migranti filtreranno verso il nostro Paese e, in questo caso, c'è la via terrestre e quella marittima che arriva sulle coste pugliesi".