(redazionale) Roma – 13 gennaio 2016 – Riprendono al Senato i lavori sul tema riforma della cittadinanza per i minori stranieri, nati in Italia o arrivati in età scolare.
Il testo del disegno di legge approvato alla Camera lo scorso 13 ottobre http://www.asgi.it/wp-content/uploads/2015/10/testo-cittadinanza_senato.pdf è ora allo studio e confronto della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, dopo una pausa di quasi tre mesi.
Le nuove regole per diventare italiani uniscono i principi dello "ius soli" e "ius culturae". Il legislatore vorrebbe infatti concedere la cittadinanza ai bambini nati in Italia, figli di stranieri titolari di carta di soggiorno, ma anche ai ragazzi arrivati qui entro i 12 anni, a condizione che abbiano frequentato uno o più cicli scolastici per almeno cinque anni. Siamo ancora in fase di discussione generale, finita la quale si passerà alla presentazione e alla votazione degli emendamenti. Siamo ancora in fase di discussione generale, finita la quale si passerà alla presentazione e alla votazione degli emendamenti.
Il quadro politico generale (la pressione umanitaria in Italia ed Europa) e le prese di posizione ripetute dei partiti ostili agli immigrati (ed ai loro figli) non mancano di creare tensioni al fine di rallentare il dibattito o – in qualche caso – con l’obiettivo di affossare la riforma di una legge ormai vecchia di 24 anni e varata quando in Italia c’era meno di un decimo del numero di stranieri residenti oggi.
Ieri il senatore Pd Giorgio Pagliari ha parlato di testo “equilibrato”, “opportunamente volto ad agevolare l'inserimento dei minori”, la cui discussione andrebbe “separata nettamente da ogni considerazione sull'accoglienza dei richiedenti asilo”, cioè sull’emergenza profughi.
Bartolomeo Amidei e Stefano Bertacco di Forza Italia hanno invece criticato il testo chiamando in causa anche gli “imponenti flussi migratori in atto”, ribadito il no del loro partito allo ius soli e parlato di “conseguenze preoccupanti sul piano demografico, culturale ed economico”.
Sul piano demografico, invece, accade l’esatto opposto: secondo la rivista Neodemos nel 2015 – la congiunzione di più fattori sociali (record storico di minori nascite, impennata dei decessi, rallentamento dell’immigrazione economica ed abbandono del Paese da parte di centomila italiani) – ha portato ad un saldo naturale negativo di 150 mila persone. Dunque, il calo di migranti per lavoro in arrivo ed altri fattori sta aumentando il rischio di declino economico e sociale del nostro Paese, visto che la scarsa fertilità delle italiane portano ad una perdita di popolazione di oltre centomila unità all’anno.
Ma tant’è che la verità delle cifre non sembra impressionare i detrattori della funzione positiva dei migranti per l’Impresa Italia.
La discussione al Senato dovrebbe procedere nei prossimi giorni, anche se l’arrivo della riforma costituzionale potrebbe rallentare notevolmente l’iter della cittadinanza.
La riforma costituzionale, infatti, già approvata in prima lettura da entrambi i lati del Parlamento, è appena tornata all’esame di Palazzo Madama ed è stata inserita già da oggi all’ordine del giorno della I commissione.
Speriamo solo che le aspettative di oltre un milione di minori stranieri non debbano essere messe in coda di altri sia pur importanti temi parlamentari.