Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 11/01/2016
Tra i primi nuovi italiani del 2016 un picco di figli di immigrati
Tra i primi nuovi italiani del 2016 un picco di figli di immigrati
11/01/2016  | Sindacato.  

 

lastampa

 

di Flavia Amabile

 

Roma, 10 gennaio 2016 - Isis o non Isis, il primo bambino nato in Liguria nel 2016 si chiama Amir Salih, figlio di una coppia di marocchini da tempo residente a La Spezia. Salvini o non Salvini, il primo bambino nato a Roma si chiama Marco Filippo ed è figlio di una coppia di origine peruviana che da tempo vive in Italia. Paure o no, la prima nata in Calabria si chiama Gemma ed è figlia di una coppia formata da un padre kenyota e una madre italiana. Se la legge sullo ius soli fosse stata approvata in via definitiva sarebbero questi tre neonati i primi nuovi cittadini italiani del 2016 di Roma, della Liguria e della Calabria.

 

La legge però si è fermata in Senato dopo il via libera della Camera, la discussione riprenderà in commissione Affari Costituzionali in una data ancora da precisare a gennaio tra l’opposizione di Lega Nord e Forza Italia che hanno provato a fermarla con due questioni pregiudiziali sull’allarme terrorismo e la pressione migratoria. E quindi Amir Salih, Marco Filippo e Gemma dovranno aspettare per ottenere la cittadinanza, come hanno atteso in tanti prima di loro in questi anni.  

 

È vero che in altre città il record del primo nato è andato a bambini di famiglie italiane ma è anche vero che, dove gli stranieri sono in maggior numero e integrati, è senza dubbio più probabile che riescano a strappare il primato. Secondo le ultime cifre pubblicate nei giorni scorsi dall’Istat all’1 gennaio del 2015 gli stranieri rappresentano l’8,2% dei residenti in Italia, numero in aumento dell’1,9%. Vuol dire che rispetto all’inizio del 2014 nei mesi seguenti in Italia sono stati registrati quasi 100 mila residenti in più di origine straniera.

 

Ma, soprattutto, mentre le madri italiane in media hanno 1,29 figli, le straniere ne hanno 2,1, quasi il doppio. Sempre nel 2014 all’anagrafe sono stati iscritti 502.596 bambini, quasi 12 mila in meno rispetto al 2013 e 74 mila in meno rispetto al 2008. È la cifra più bassa degli ultimi 155 anni, dall’Unità d’Italia.  Questo calo che in futuro porrà forti condizionamenti al mercato del lavoro e e al sistema previdenziale, è dovuto alle coppie formate da genitori italiani che negli ultimi sei anni hanno fatto nascere 82 mila bambini in meno portando per la prima volta i nati da coppie italiane sotto quota 400 mila. Si mantiene stabile, invece, il numero dei nati con almeno un genitore straniero: rappresentano quasi un neonato su 3 al nord e meno di uno su 10 nel Mezzogiorno.

 

Ormai le famiglie con almeno uno straniero rappresentano il 7,4% del totale e gli studenti sono il 9% degli iscritti.  Ma dietro questa stabilità si nascondono le prime avvisaglie di un calo delle nascita anche dei bambini nati da genitori stranieri: sono scesi a 75.067, quasi 5m ila in meno in due anni.

 

Secondo gli esperti i motivi vanno ricercati nel fatto che anche le straniere residenti, che finora sono state le uniche a compensare l’allontanamento sempre più evidente delle donne italiane dalla maternità, stanno a loro volta invecchiando: la quota di straniere 35-49enni sul totale delle cittadine straniere in età feconda è aumentata di 9 punti percentuali dal 2005 al 2013, passando dal 41% al 49,6%.  A scommettere ancora sul futuro in Italia sono innanzitutto le donne romene (19.730 nati nel 2014), seguite da marocchine (12.217), albanesi (9.606) e cinesi (5.039). I loro figli rappresentano quasi la metà dei bambini nati da madri straniere (il 47,2%). Paure o no, il futuro dell’Italia non può non tenerne conto.