(Ansa, 16 settembre 2015) Resta altissima la tensione al confine fra Serbia e Ungheria bloccato dal muro fatto erigere dal governo di Budapest che da ieri applica le nuove norme restrittive contro i migranti (316 arrestati finora). Davanti al muro sono scoppiati incidenti fra profughi e agenti ungheresi. Nuovo stop ai treni per la Germania da Salisburgo dove circa 2000 migranti chiedono di partire. In Grecia 5000 migranti sono passati in Macedonia in 24 ore. Il presidente Mattarella chiede un'assunzione di responsabilità dell'Ue per governare il fenomeno 'epocale' dell'immigrazione e Bruxelles osserva che in Italia gli hotspot iniziano a funzionare: via ai ricollocamenti da inizio ottobre. Il presidente di Confindustria Squinzi: 'Non è l'immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Abbiamo bisogno di ridare lavoro agli italiani'.
"Gli esperti di Easo, Frontex, Eurojust ed Europol sono in Italia e gli hotspot stanno iniziando a funzionare, quindi i ricollocamenti si potranno fare da inizio ottobre": lo afferma Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue per l'immigrazione. Secondo quanto si apprende, le roadmap di Italia e Grecia sono arrivate a Bruxelles.
Per governare il fenomeno "epocale" dell'immigrazione "occorre un'assunzione di responsabilità da parte dell'Unione europea" perché si tratta di "un fenomeno con dimensioni e ritmi crescenti che richiede di essere governato non da singoli paesi ma da una gestione comune europea". Lo ha detto il presidente Mattarella parlando da Vienna.
Incidenti sono scoppiati a Horgos, davanti al muro al confine con la Serbia. Gruppi di migranti esasperati hanno cercato di abbattere il filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti. In un clima di grande tensione, i migranti hanno lanciato coperte sul filo spinato cercando poi di abbatterlo tirandole. La polizia ha rafforzato il presidio indossando tenute antisommossa.
Sono 316 finora i migranti arrestati dalla polizia ungherese al confine con la Serbia dopo l'entrata in vigore ieri delle nuove norme più restrittive in fatto di immigrazione. Lo ha riferito la polizia magiara. I profughi che hanno presentato domanda di asilo sono stati finora solo 70 e 40 domande sono state già respinte.
Grecia, 5.000 passati in Macedonia in 24 ore - Sono circa 5.000 i migranti che hanno attraversato il confine settentrionale della Grecia entrando in Macedonia in 24 ore, tra la mattinata di ieri e quella di oggi. Lo ha reso noto la polizia greca.
Grecia, bloccati 773 su 19 barconi in un giorno - La Guardia costiera greca ha annunciato di aver fermato 773 migranti che cercavano di raggiungere isole dell'Egeo orientale salpando dalla vicina Turchia. Si tratta del bilancio di 19 operazioni, anche di salvataggio, condotte dalla mattina di ieri a quella di oggi. I migranti sono stati presi al largo delle isole di Lesbo, Chio, Samo, Kos e Rodi, precisa la Guardia costiera avvertendo che la cifra non include le "centinaia" di altre persone che sono riuscite a toccare terra senza essere intercettate.
Alcune migliaia di migranti e profughi sono ancora bloccati a Horgos in territorio serbo, nella terra di nessuno al confine con l'Ungheria, sigillato dalle autorita' di Budapest con una barriera di metallo e filo spinato. Nella tarda serata gruppi di migranti, sopratutto donne e bambini, avevano accettato di recarsi nel centro di prima accoglienza di Kanjiza, per passare la notte al riparo. Unhcr ha inviato alcuni autobus per dar modo a chi volesse di dormire al chiuso. Gli altri sono rimasti davanti al muro, dormendo sull'asfalto o sotto le piccole tende montate nei campi circostanti. Ieri qui un centinaio di migranti ha cominciato uno sciopero della fame per protesta contro la chiusura della frontiera.
Il ministro dell'interno serbo Nebojsa Stefanovic si e' recato sul posto ieri sera, affermando di volersi mettere in contatto oggi con le autorita' ungheresi per tentare di sbloccare la situazione. Intanto alcuni autobus di migranti provenienti dal sud della Serbia sono giunti al posto di confine serbo-croato di Sid, a conferma che i profughi in Marcia sulla rotta balcanica - per raggiungere Germania e nord Europa - si starebbero orientando a seguire itinerari alternativi per aggirare il muro 'difensivo' dell'Ungheria, che ha dichiarato lo stato di emergenza in due contee a sud che confinano con la Serbia.
Cresce la preoccupazione in Grecia dopo la decisione tedesca di rafforzare i controlli sui migranti alla frontiera con l'Austria: secondo la stampa ellenica ad Atene si teme che la decisione possa far sì che migliaia di persone che intendono raggiungere la Germania o altri paesi del Nordeuropa possano restare invece "intrappolate" in Grecia, dove i servizi di accoglienza sono già allo stremo.
Mentre continuano gli arrivi sulle isole dell'Egeo dalla vicina Turchia, fonti del governo dicono al quotidiano Kathimerini che Atene, in estrema difficoltà di fronte alla migrazione di massa da oriente, ha assoluta necessità di ricevere i milioni di euro promessi dall'Ue per creare i cosiddetti 'hotspot'. Ieri il premier ad interim Vassiliki Thanou, in visita all'isola di Lesbos, da settimane luogo di approdo di migliaia di persone, ha detto che questi due centri sorgeranno nell'Attica, la regione di Atene, e presso Salonicco, nel nord del Paese. Durante la visita di Thanou, la Guardia costiera ellenica stava ancora cercando superstiti di un naufragio avvenuto nei pressi dell'isola di Farmakonissi. I soccorritori hanno recuperato 34 corpi tra cui quelli di 15 bambini.
La presidenza lussemburghese del Consiglio dell'Ue ha convocato un consiglio Affari interni straordinario il 22 settembre. In questa occasione la presidenza auspica di far approvare una decisione su un meccanismo provvisorio per il ricollocamento di 120mila profughi. Merkel chiede un vertice straordinario dell'Ue la prossima settimana e 'hotspot' in Italia e Grecia.
Mosca, 800-1.500 russi combattono con jihadisti - Sono tra 800 e 1.500 i cittadini russi che combattono in Siria nelle file dell'Isis. Lo sostiene il Comitato nazionale russo antiterrorismo, secondo cui piu' di 170 russi sono morti combattendo al fianco dei terroristi.
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