(redazionale) Roma, 15 settembre 2015 - Poteva essere una svolta e invece sull’immigrazione “l’UE si è coperta di ridicolo”. Queste le parole del vice cancelliere tedesco che dipinge una Europa che va in ordine sparso. Nessuna approvazione del piano Juncker, nessun accordo sulla redistribuzione di 120 mila profughi: solo una generica dichiarazione di lotta agli scafisti. A Bruxelles i 28 hanno trovato l’intesa solo su una prima redistribuzione in altri stati membri, su base volontaria, di 40mila persone (siriani ed eritrei) arrivate in Italia e in Grecia dopo il 15 agosto 2015. "La mancanza di unità interna, ha un impatto negativo rispetto alla credibilità esterna dell'Europa". Lo ha detto l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, parlando all'Europarlamento. Intanto l’Ungheria ha sigillato con il filo spinato i confini con la Serbia ed arresta chiunque entri senza permesso, sulla base di una nuova legge che assomiglia molto al reato di immigrazione clandestina introdotto nel 2009 in Italia dal Governo di Centro Destra. Molti Paesi del Nord Europa hanno sospeso il trattato di Scenghen e reintrodotto i controlli ai confini: Austria, Germania, Olanda, Francia e Danimarca. Con buona pace del trattato di libera circolazione. La crisi di coscienza per la morte del piccolo Aylan, dunque, è durata poco di fronte all’ondata di 500 mila profughi in fuga dalla guerra.