Raggiungendo risultati nell’Agenda Europea sulla migrazione sin da Maggio, la Commissione Europea oggi sta proponendo un pacchetto di proposte che aiuterà ad affrontare la crisi dei profughi che gli Stati Membri dell’UE e i paesi limitrofi stanno affrontando, affrontando anche alla radice, le cause che spingono le persone a cercare rifugio in Europa. La nuova serie di misure allevierà la pressione degli Stati membri più colpiti – soprattutto Grecia, Italia e Ungheria – con la proposta di trasferire 120.000 profughi, che hanno bisogno di protezione internazionale, ad altri Stati membri. Questa cifra si aggiunge ai 40.000 da trasferire dalla Grecia e dall’Italia che la Commissione aveva proposto già a Maggio, ma per i quali la decisione del Consiglio deve essere ancora adottata. Le misure di oggi aiuteranno anche questi Stati Membri ad affrontare un numero sempre maggiore di richieste di asilo, attraverso dei processi più rapidi, anche se vi è un elenco comune europeo dei paesi di origine sicuri. Infine, la Commissione Europea affronta anche la “dimensione esterna” della crisi dei profughi, delineando delle azioni decisive al fine di rendere più efficace la politica di rimpatrio e proponendo un Fondo fiduciario di 1,8 miliardi di euro per contribuire ad affrontare le profonde cause della migrazione in Africa.
Il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha affermato: “L’Europa è un continente nel quale quasi tutti almeno una volta, vi hanno trovato rifugio. Noi Europei dovremmo sapere e mai dimenticare quanto sia importante dare rifugio e rispettare il fondamentale diritto di asilo. Questo è il momento in cui tutti noi abbiamo iniziato a porre degli elementi costitutivi di una politica migratoria davvero europea, come avevamo già chiesto a Maggio. Le misure che vengono proposte oggi, garantiranno che le persone con un evidente bisogno di protezione internazionale vengano traferite subito dopo il loro arrivo – non solo adesso, ma anche per ogni eventuale crisi futura. Se la solidarietà Europea ha bisogno di manifestarsi, è solo per la questione profughi. È tempo di mostrare il nostro coraggio e dare queste risposte Europee ora”.
La Commissione Europeaha presentato le seguenti misure concrete per rispondere all’attuale crisi dei profughi e per prepararsi ai futuri cambiamenti:
1. La proposta di un trasferimento di emergenza per 120.000 profughi provenienti da Grecia, Ungheria e Italia: al seguito del forte aumento dei valichi di frontiera illegali sia nel Mediterraneo orientale che occidentale, ma anche sulla rotta dei Balcani Centrali, avvenuti negli ultimi mesi, è necessario intervenire urgentemente. La Commissione propone di trasferire queste 120.000 persone con un evidente bisogno di protezione internazionale in questo modo: Italia (15.600), Grecia (50.400) e Ungheria (54.000). Questo trasferimento verrebbe svolto secondo un criterio di ripartizione obbligatoria sulla base di criteri oggettivi e quantificabili (il 40% della dimensione della popolazione, il 40% del PIL, il 10% del numero medio di richieste di asilo del passato, il 10% del tasso di disoccupazione). Si applica secondo la nazionalità dei richiedenti, con un tasso medio di riconoscimento a livello di Unione Europea, di almeno il 75% o [1]superiore. Questo si aggiunge alla proposta di Maggio da parte della Commissione, di trasferire 40.000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale, dall’ Italia e dalla Grecia in altri Stati membri dell'Unione Europea, portando così il numero totale proposto a 160.000.
2. Un meccanismo di trasferimento permanente per tutti gli Stati Membri: come annunciato nell’Agenda Europea sulla Migrazione, la Commissione sta proponendo un meccanismo di solidarietà strutturata che può essere attivata in qualunque momento per aiutare ogni Stato membro che sta vivendo questa situazione di crisi e di estrema pressione riguardo i propri sistemi di asilo, a seguito di un ampio e sproporzionato afflusso di cittadini di paesi terzi. Tali situazioni di emergenze future saranno definite dalla Commissione e basate sul numero di richieste di asilo degli ultimi sei mesi, pro capite, e così sarà anche per il numero di valichi di frontiera irregolari degli ultimi sei mesi. Gli stessi criteri di ripartizione obiettivi e verificabili saranno applicati con le proposte di emergenza trasferimento. Il meccanismo permanente terrà anche conto dei bisogni, delle situazioni familiari e delle competenze delle famiglie richiedenti asilo.
3. Una clausola di solidarietà temporanea: Se - per motivi giustificati e obiettivi, come ad esempio un disastro naturale - uno Stato membro non può partecipare temporaneamente, in tutto o in parte, ad una decisione di trasferimento, dovrà versare un contributo finanziario al bilancio pubblico dell'Unione Europea pari allo 0,002 % del suo PIL. La Commissione Europea analizzerà i motivi notificati dal paese e prenderà una decisione sul giustificare o meno la mancata partecipazione di un paese nel sistema comunitario per un massimo di 12 mesi. Nel caso di una partecipazione parziale al trasferimento, l'importo sarà ridotto in proporzione.
4. Un elenco comune di paesi europei di origine sicuri: secondo l’Agenda Europea sulla Migrazione e le Conclusioni del Consiglio Europeo del 25 e 26 Giugno, la Commissione Europea sta proponendo una Norma per stabilire un elenco comune di paesi europei di origine sicuri. Tale lista Europea consentirà processi più rapidi per le richieste di asilo da parte di quei candidati provenienti da quei paesi considerati sicuri in tutta l’UE, e allo stesso tempo una risposta immediata nel caso in cui le valutazioni delle richieste confermino di non avere diritto a ricevere asilo. In seguito alle discussioni e alle attuali prassi degli Stati Membri, la Commissione propone di aggiungere Albania, Bosnia Erzegovina, la Ex Repubblica Jugoslaviadi Macedonia, Kossovo, Montenegro, Serbia e Turchia all’elenco dei paesi Europei di origine sicuri. Questi paesi seguono il criterio comune della Direttiva 2013/32 sulle Procedure di Asilo per considerare se un paese possa essere sicuro; questi paesi sono membri di importanti trattati internazionali sui diritti umani; e la maggior parte di questi sono stati designati come paesi candidati dal Consiglio Europeo, e che soddisfano i cosiddetti “criteri di Copenaghen” (democrazia, rispetto della legge, dei diritti umani e tutela delle minoranze). Altri paesi possono essere aggiunti anche in futuro, a seguito di una valutazione approfondita da parte della Commissione Europea.
5. Rendere più efficace la politica di rimpatrio: per migliorare le politiche di rimpatrio degli Stati Membri, la Commissione ha emesso un Manuale di Rimpatrio comune e un Piano di Azione dell’UE per il Rimpatrio; il quale definisce le misure immediate e a medio termine che gli Stati Membri devono adottare per migliorare il rimpatrio volontario, rafforzare l’attuazione della Direttiva di Rimpatrio, potenziare la condivisione di informazioni, accrescere il ruolo e il compito di Frontex nelle operazioni di rimpatrio, e creare un sistema integrato di gestione dei rimpatri. Allo stesso tempo, la Commissione ha adottato un Manuale di Rimpatrio che offre alle autorità nazionali competenti delle istruzioni nello svolgimento delle pratiche di rimpatrio dei profughi che non hanno il diritto di stare nell’Unione Europea. Ciò servirà come strumento per la formazione delle principali norme e procedure per gli esperti che applicheranno la Direttiva 2008/115 sul Rimpatrio.
6. Comunicazione delle norme sugli Appalti Pubblici per le Misure di Sostegno per i Rifugiati: gli Stati membri devono soddisfare adeguatamente e rapidamente i bisogni più immediati dei richiedenti asilo per quanto concerne alloggiamento, provviste e servizi. La Comunicazione odierna fornisce una guida per le autorità nazionali, regionali e locali per garantire il rispetto delle norme UE sugli appalti finanziando questi servizi così da assicurare un modo semplice, rapido e non burocratico.
7. Affrontare la dimensione esterna della crisi dei profughi: Finché l'instabilità politica e i conflitti nei paesi di origine (per esempio in Libia e Siria) continuano, l'UE si troverà ad affrontare un aumento del numero di persone in cerca di rifugio. Contribuire alle soluzioni politiche in questi paesi rimane una priorità per l'Unione Europea, sia attraverso il sostegno finanziario ai paesi limitrofi, che attraverso i 17 accordi di riammissione e i 7 accordi sul partenariato per la mobilità. Finora, 3.8 miliardi di euro sono stati mobilitati per aiutare la Siria e i paesi limitrofi dell'Iraq. L'UE approfondirà ulteriormente il dialogo di alto livello in materia di migrazione, esistente con i partner fondamentali - come ad esempio i processi di Rabat e Khartoum con i paesi africani e il processo di Budapest, con l’Oriente e l’Asia Centrale, così come i prossimi vertici di Budapest e La Valletta.
8. Un Fondo Fiduciario per l’Africa: Oggi, la Commissione Europea ha distribuito 1.8 miliardi di euro del bilancio pubblico dell’Ue per creare un “Fondo Fiduciario di Emergenza per la stabilità, e che affronti le cause profonde della migrazione irregolare in Africa”. Lo scopo è quello di migliorare e affrontare le profonde cause di questo flusso di migranti, soprattutto nelle regioni di Sahel, Ciad, Corno d’Africa e Nord Africa. Queste regioni verranno sostenute per sviluppare al meglio le capacità socio-economiche e la gestione delle politiche migratorie. La Commissione Europea sta aspettando che gli Stati Membri siano più partecipativi e uniscano le ambizioni, tanto da aver già confermato la propria partecipazione.
Azioni successive:
Il Consiglio straordinario degli Affari interni sulla migrazione il prossimo 14 Settembre, sarà l’occasione per gli Stati membri di discutere e adottare le proposte legislative della Commissione. Il meccanismo di emergenza per i trasferimenti deve essere adottato dal Consiglio (a maggioranza qualificata), in consultazione con il Parlamento Europeo, mentre il meccanismo di solidarietà permanente e l'elenco Europeo dei paesi di origine sicuri devono essere adottate congiuntamente sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio (utilizzando la procedura legislativa ordinaria). La proposta del Fondo Fiduciario è presentata agli Stati membri con l'obiettivo di completare le procedure necessarie in tempo per il vertice di Valletta nel mese di novembre, dove l'UE si incontrerà con i principali Paesi dell’Africa per discutere dell’immigrazione e della crisi dei profughi.
Background
La Commissione Europeaha lavorato consistentemente e costantemente per una risposta Europea coordinata sul fronte dei rifugiati e dell’immigrazione:
Il 13 Maggio 2015, la Commissione Europea ha presentato la sua Agenda Europeasulle Migrazioni, impostando un approccio comprensivo volto a migliorare la gestione dei migranti in tutti i suoi aspetti.
Il 27 Maggio 2015, la Commissione Europea già propose un primo pacchetto di misure di attuazione per l’Agenda Europea sulle Migrazioni, compreso il trasferimento e le proposte di un nuovo luogo dove poter stare, proposte di reinsediamento e un Piano d’Azione contro i trafficanti di migranti.
Il 25 e 26 Giugno, il Consiglio Europeo ha avanzato le proposte presentate dalla Commissione Europea nell’Agenda Europea sulle Migrazioni, concentrandosi sul trasferimento e il reinsediamento, e i rendimenti e la cooperazione con i paesi di origine e di transito.
Il 20 Luglio, il Consiglio di Giustizia e degli Affari Interni approva l’attuazione di misure proposte nell’Agenda Europea sulle Migrazioni, soprattutto inerenti al trasferimento di persone con un evidente bisogno di protezione internazionale, a partire da Italia e Grecia per i prossimi due anni, a partire da 32.265 profughi in un primo momento, al trasferimento di 22,504 sfollati e con un evidente bisogno di protezione fuori dai confini dell’UE.
Ulteriori informazioni
Domande e risposte dettagliate in merito alle proposte di oggi.
Schede informative – Trattano il tema del Trasferimento e dei Paesi di Origine Sicuri.
Testi Legislativi con le di proposte di oggi.
Pacchetto completo dell’Agenda Europea sulle Migrazioni.
Sito web della Direzione Generale per la Migrazione e gli Affari Interni
[1]Sulla base di questi dati attuali, bisognerebbe apportare queste misure anche in Siria, Afganistan ed Eritrea.