Copenaghen però non rinuncia all'obbligo di identificazione, pena il ritorno in Germania. Il traghetto che collega Redby con la cittadina tedesca di Puttgarden non potrà ospitare treni ma solo autovetture. E l'autostrada scelta ieri da circa trecento persone per la traversata a piedi rimane sotto controllo
Roma, 10 settembre 2015 - La Danimarca riapre i collegamenti con l'Ungheria e l'Austria li chiude. Il servizio danese era stato sospeso ieri a tempo indeterminato a causa dell'afflusso di "centinaia di migranti", come aveva annunciato un portavoce della società ferroviaria Dsb. Riapre dunque parzialmente ai profughi siriani il corridoio che li potrebbe portare in Svezia, una delle terre maggiormente ambite dall'esodo che attraversa in queste settimane l'Europa. Oggi è stata Vienna a sospendere i viaggi.
Ma Copenaghen resta cauta. Non rinuncia all'obbligo di identificazione per i migranti, pena il ritorno in Germania. Il traghetto che di norma collega Redby con la cittadina tedesca di Puttgarden non potrà ospitare treni ma solo autovetture. E l'autostrada scelta ieri da circa trecento persone per una faticosa traversata a piedi rimane sotto controllo.
E se la Merkel continua a essere ottimista e ripete "ce la faremo" in Germania sono circa 450mila i migranti arrivati dall'inizio dell'anno, ben 37mila dei quali solo nei primi otto giorni di settembre. Lo ha comunicato il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel in un'audizione in Parlamento. Ad agosto i rifugiati registrati nel Paese sono stati 105mila. Secondo Gabriel, a settembre la cifra di migranti in Germania potrebbe superare quota 100mila.
"Questo dimostra, francamente, che la ripartizione dei 160mila rifugiati in Europa non è che un primo passo, una goccia d'acqua nel mare", ha sottolineato Gabriel, in un riferimento alla proposta presentata ieri dalla Commissione europea per la redistribuzione dei richiedenti asilo da Ungheria, Grecia e Italia. Nei giorni scorsi, la Germania ha detto di aspettarsi che fino alla fine dell'anno saranno 800mila i rifugiati che entreranno nel Paese.
Non cambia rotta l'Ungheria. Anzi, si prepara. Dopo aver registrato il record di arrivi di migranti ieri (tra i 3.321 ai cinquemila, la cifra giornaliera più alta di quest'anno) l'esercito ungherese ha cominciato già da ieri esercitazioni militari per preparare i propri effettivi a una stretta sorveglianza della frontiera meridionale con la Serbia. Ne danno notizia i media a Belgrado, citando fonti dell'esercito magiaro. Nei giorni scorsi il premier Viktor Orban ha annunciato l'invio di militari alla frontiera con la Serbia per affiancare le forze di polizia nel far fronte all'incessante flusso di migliaia di migranti e profughi in marcia lungo la 'rotta balcanica'.