Di fronte alle mirabolanti dichiarazioni del Governo sul Jobs Act e sulla realizzazione di un “potente” sistema di politiche attive del lavoro, ci ritroviamo, oggi, di fronte a un paradosso: sono a rischio i necessari investimenti per avvicinare l’Italia agli altri paesi europei (l’Italia spende 10 volte di meno che la Germania) e, addirittura, il pagamento degli stipendi per gli 8.000 operatori dei Servizi per l’impiego.
E’ quindi comprensibile che le Regioni chiedano al Governo di essere coerente tra ciò che dice e ciò che fa.
La UIL lancia un appello a tutte le Istituzioni affinché, con ragionevolezza, si arrivi a un’intesa rapida per garantire la continuità delle attività, le certezze per gli operatori e, soprattutto, per implementare le risorse finalizzate a dare risposte ai lavoratori, alle imprese, ai 3 milioni di disoccupati e ai ragazzi che partecipano al Programma Garanzia Giovani.
I 210 milioni che stanno cercando di trovare, litigando, Governo e Regioni servono solo a garantire il minimo vitale, ma al Paese serve ben altro: un sistema efficiente, radicato nel territorio e in grado di collaborare attivamente - e non da parente povero - con le Agenzie private.
Cifre necessarie ma decisamente contenute rispetto agli oltre 11miliardi in 3 anni stanziati dal Governo per la sola decontribuzione per le nuove assunzioni.
Roma 16 Luglio 2015