Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 02/07/2015
Immigrazione. Aumentano gli italiani residenti all'estero
Immigrazione. Aumentano gli italiani residenti all'estero
02/07/2015  | Sindacato.  

 

di Cinzia Lucchelli

 

Roma, 1° luglio 2015 - Più italiani decidono di vivere all'estero, meno stranieri eleggono l'Italia a loro patria. I dati sono relativi al 2014 e vengono anticipati dall'Idos (Centro studi e ricerche immigrazione dossier statistico) e dall'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Stanno lavorando al Dossier statistico immigrazione 2015, che uscirà in autunno. Guardando ai numeri, emerge che i cittadini italiani residenti all'estero sono 4.637.000 (155.000 in più del 2013, 141.000 del 2012) e aumentano in confronto ai cittadini stranieri residenti in Italia, 5.014.000 (solo 92mila in più rispetto al 2013, nei due anni precedenti il numero era cresciuto di diverse centinaia di migliaia). Nel 2014  89mila italiani si sono cancellati dai loro comuni per andare a risiedere all’estero.

 

Questi cambiamenti, che non mancheranno di richiamare l’attenzione degli Stati Generali dell’Associazionismo Italiano nel Mondo, convocati a Roma per il 3 e il 4 luglio, hanno alla loro origine diversi fattori.
Quote di ingresso di lavoratori. Anche il 2014, come quello precedente, è stato un anno privo di quote di ingresso di lavoratori dall’estero. Fanno eccezione le poche migliaia previste per il settore stagionale o per la conversione di permessi di soggiorno già in vigore in nuovi permessi per motivi di lavoro. Sono continuate, invece, le domande di visti per ricongiungimento familiare (60mila), seppure in diminuzione rispetto al 2013 (erano 76mila).

 

Stranieri che diventano italiani. E' comunque elevato numero di stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana: da 60mila nel 2012 a 100mila nel 2013 e a 130mila nel 2014. In circa 4 casi su 10 si tratta di minori che hanno ricevuto la cittadinanza per trasmissione automatica dai genitori stranieri divenuti italiani e a diciottenni nati in Italia che hanno richiesto la cittadinanza. L'etàmedia avanza, il saldo tra nati e morti è negativo. In Italia vivono 60.796.000 persone. L’età media sta diventando più elevata (44,4 anni). L'incidenza degli ultrasessantacinquenni (21,7%) è superiore anche a quella che si riscontra tra gli italiani all’estero (19,9%). Altro dato preoccupante: il consistente saldo negativo tra nuovi nati e morti (rispettivamente 503.000 e 598.000) trova un equivalente solo in quello degli anni 1917-1918. Allora era per effetto della prima guerra mondiale. Gli immigrati arginano il processo d'invecchiamento. Gli immigrati, anche se parzialmente, temperano questo processo di invecchiamento della popolazione italiana perché sono mediamente più giovani e perché incidono per circa un sesto sulle nuove nascite (75mila nuovi nati da entrambi i genitori stranieri nel 2014).

 

Impennata nell'aumento dei profughi. Un altro notevole cambiamento, epocale, è chiuso nel numero dei profughi che arrivano in Italia. Nel 2014 sono arrivati in 170mila, dall’Africa e dall’Asia, in buona parte interessati a raggiungere altri Paesi. Spinti dagli sconvolgimenti nei loro Paesi e dalla loro transizione demografica (in Africa, nel 2050, è previsto il raddoppio della popolazione fino a 2,4 miliardi di persone), con i loro arrivi stanno di fatto sostituendo la politica delle quote in ingresso per motivi di lavoro. Un fenomeno, dicono Idos e Unar, che da un lato investe le responsabilità degli organi decisionali dell’UE e dei singoli Stati membri, dall’altro rischia di far trascurare le prospettive di integrazione dei 5 milioni di immigrati già residenti in Italia e di favorire derive xenofobe.