Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 02/07/2015
La Consulta sentenzia: servizio civile anche per gli stranieri residenti
La Consulta sentenzia: servizio civile anche per gli stranieri residenti
02/07/2015  | Sindacato.  

 

Nell’ultima riunione della Consulta Nazionale dei Legali ITAL-UIL, tenutasi a Salerno nei giorni 15-16 Gennaio u.s., avevamo lasciato in sospeso la questione di legittimità costituzionale sollevata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 20661/2014, in ordine alla previsione contenuta nel d. lgs. 77/2002 circa il richiesto requisito della cittadinanza italiana ai fini della possibilità di accedere allo svolgimento del servizio civile.

 

Ad oggi possiamo sciogliere la riserva ed affermare che tutti gli auspici che avevamo manifestato nella sede salernitana hanno trovato legittimo riscontro nella sentenza n. 119/2015 con la quale la Consulta ha ritenuto incostituzionale la su citata disposizione normativa nella parte in cui esclude i soggetti stranieri dall’espletamento del servizio civile, riconoscendo a questi ultimi, previo possesso del titolo di soggiorno, la possibilità di partecipare ai relativi bandi emanati dal Governo.

 

Per addivenire a tale conclusione, i Giudici si sono soffermati sul concetto di “Difesa della Patria” e, ritenendo che il servizio civile sia da considerarsi una opportunità di integrazione e di formazione della cittadinanza, hanno affermato che: “il dovere di difesa della Patria non si risolve soltanto in attività finalizzate a contrastare o prevenire un'aggressione esterna, ma può comprendere anche attività di impegno sociale non armato […] In coerenza con tale evoluzione, questa Corte ha già richiamato la necessità di una lettura dell'art. 52 Cost. alla luce dei doveri inderogabili di solidarietà sociale di cui all'art. 2 Cost. (sentenza n. 309 del 2013). L'esclusione dei cittadini stranieri, che risiedono regolarmente in Italia, dalle attività alle quali tali doveri si riconnettono appare di per sé irragionevole".

 

Al fine, i giudici ritengono che: "l'esclusione dei cittadini stranieri dalla possibilità di prestare il servizio civile nazionale, impedendo loro di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale e, di conseguenza, di sviluppare il valore del servizio a favore del bene comune, comporta dunque un'ingiustificata limitazione al pieno sviluppo della persona e all'integrazione nella comunità di accoglienza".

 

Si conclude positivamente un iter iniziato nell’anno 2012 innanzi al Tribunale di Milano.

 

Avv. Lucio Barletta