Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 24/06/2015
Pugno di ferro su espulsioni e «mini-prigioni» in Italia
Pugno di ferro su espulsioni e «mini-prigioni» in Italia
24/06/2015  | Sindacato.  

 

 

Roma, 23 giugno 2015 - I leader europei avrebbero deciso di creare un nuovo sistema di messa in quarantena dei migranti nel Sud Italia e in Grecia per consentire – in maniera forzata e veloce – la registrazione, l’identificazione tramite impronte digitali, l’espulsione e – se necessario – la detenzione fino a 18 mesi dei migranti ritenuti illegali giunti dalla Libia attraverso il Mediterraneo.
 
 
Lo rivela il quotidiano britannico The Guardian, che è entrato in possesso di alcuni documenti preparati in vista del Consiglio Ue del 25 giugno. È altamente improbabile – assicura il Guardian – che la sostanza delle bozze cambi da qui a giovedì.
 
 
In sostanza, sul territorio italiano – ma anche greco e maltese – verranno stabilite delle “zone di confine strutturate e degli istituti […] con il supporto di esperti degli Stati membri per assicurare la rapida identificazione tramite impronte digitali e registrazione dei migranti”.
 
 
Dopo gli “hotspot” di cui avevamo parlato qualche giorno fa – termine edulcorato con cui l’Ue preferisce chiamare i campi profughi – queste “structured border zones and facilities” (letteralmente: “strutture e zone di confine strutturate”) sarebbero a tutti gli effetti dei centri di detenzione, delle prigioni in cui i migranti verrebbero rinchiusi subito dopo gli sbarchi e sottoposti, nel più breve tempo possibile, alle misure di identificazione, registrazione e deportazione di tutti coloro che non hanno i requisiti adatti all’asilo.
 
 
E per chi "non collabora", avanti con la detenzione fino a 18 mesi, con deroghe significative rispetto alla normativa nazionale...