Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 17/06/2015
Sabato cento associazioni in Piazza con Cgil, Cisl, Uil per fermare la strage nel Mediterraneo: ora!
Sabato cento associazioni in Piazza con Cgil, Cisl, Uil per fermare la strage nel Mediterraneo: ora!
17/06/2015  | Sindacato.  

 

Una largo cartello di associazioni, assieme a Cgil, Cisl e Uil hanno aderito all’appello “Fermiamo la strage subito!” lanciato dal tavolo Immigrazione. Sabato 20 giugno 2015, giornata internazionale del rifugiato, manifestazione nazionale a Roma, davanti al Colosseo. Parleranno i 3 segretari generali di Uil, Cgil e Cisl

 

(di Beppe Casucci) Roma, 17 giugno 2015 -  Sono quasi 2000 le vittime dei naufragi nel Mediterraneo in meno di sei mesi. Nel 2014 sono state 3.500 e dal 1988 sono 22 mila i morti accertati. Mare Nostrum è diventato un cimitero a cielo aperto, costantemente attraversato da profughi e migranti in fuga dalle coste del Nord Africa, terrorizzati dai conflitti e persecuzioni, ma anche dalla miseria ed assenza di futuro per i loro figli. Pagano migliaia di euro per scappare dall’Africa Sub – sahariana, dalla Siria, Iraq, Afghanistan e raggiungere la Libia, la Tunisia o l’Egitto: molti non arrivano e scompaiono nelle sabbie del deserto. Chi arriva è costretto a mettersi nelle mani degli scafisti, una rete criminale, fortemente organizzata e attrezzata di mezzi sofisticati per eludere i controlli e tracciare nuove rotte, sempre alla ricerca di nuove rotte d’ingresso in Europa. Questi profughi subiscono spesso violenze e stupri, ad opera di bande armate che hanno trasformato la Libia in un campo di battaglia. Così migliaia di esseri umani, molti donne e bambini, pagano altro denaro per potersi imbarcare su dei mezzi di fortuna. Si abbandonano ai rischi di una traversata che potrebbe essere mortale pur di dirigersi verso un Continente che non li vuole. Eppure si tratta spesso di persone in fuga da guerre e persecuzioni: dall’Iraq, Siria, Libia, Eritrea, Yemen, Sudan. Da zone in cui l’appartenenza ad etnie non gradite al Jihadismo, può significare la morte o la schiavitù. Persone dunque che hanno diritto a presentare domanda d’asilo o protezione internazionale. Viaggiano spesso insieme ad altri disperati, che legalmente non avrebbero questo diritto, in quanto la loro “colpa” è quella di dover scappare dalla miseria e da un futuro tetro e senza speranza.

 

Oggi l’Europa, mentre litiga al proprio interno per decidere chi deve accogliere i futuri asilanti e rifiuta categoricamente chi è migrante economico, non sembra capace di rispondere ad una domanda fondamentale: come affrontare un rivolgimento biblico che sta trasformando il continente africano e che investirà inevitabilmente l’Europa? Di fronte ad esodi che rischiano di coinvolgere milioni di persone, è in grado la UE di formulare una proposta politica razionale oltre all’effimera illusione di fermare la marea montante erigendo improbabili barriere?

 

E c’è un’altra domanda dalla natura più etica che coinvolge i nostri valori e visione della vita: può la nostra coscienza accettare l’idea di sacrificare migliaia di uomini, donne e bambini sull’altare dell’indifferenza e di una concezione securitaria dell’Europa?

 

Se si utilizza l’alibi del Regolamento di Dublino per respingere alle frontiere la disperazione, pretendendo che sia compito di un qualcun altro quello di farvi fronte, come possiamo pensare che avremo mai una Unione di Paesi forte, equa e solidale?

 

E’ facile far leva sulle difficoltà economiche delle famiglie e dare vita ad una guerra tra poveri e disperati. “Non li vogliamo”, grida qualcuno: “tornino a casa loro”. Ma dove, se molti di loro una casa non ce l’hanno e ritornare può significare morire o essere discriminati?

 

Il sindacato e le associazioni della società civile hanno deciso di dire basta ad una politica di egoismo ed indifferenza verso migranti e richiedenti asilo. Sabato saranno in Piazza al Colosseo, a partire dalle ore 15. L’occasione è data dalla Giornata internazionale del Rifugiato.

 

Parteciperanno all’evento delegazioni provenienti da varie città italiane e qualcuna dall’estero. Per il sindacato l’appuntamento è importante e la parola è affidata ai tre segretari generali di Uil, Cgil e Cisl.

 

Sappiamo che non è facile affrontare una situazione geopolitica di tale portata e che dare accoglienza ed integrare tanta umanità costa molto ad una società come la nostra già gravata dalla crisi economica.

 

Nondimeno crediamo che il nostro primo dovere sia quello di salvare chi è a rischio della vita, “senza se e senza ma”. Crediamo che il nostro Governo possa fare di più: sul fronte interno offrendo accoglienza ed integrazione degni di questo nome, senza per questo essere vittima  della speculazione e di organizzazioni criminali; sul fronte esterno chiedendo all’Europa di agire come vera Unione nel dare le risposte. Questo per significa:

 

a) Garantire un programma adeguato di search and rescue, al fine precipuo di salvare vite umane;

b) Cambiare il regolamento di Dublino e permettere a chi ne ha diritto di fare domanda d’asilo nei paesi di transito;

c) Condividere tra i 28 Paesi il dovere di dare asilo ed assistenza a rifugiati e titolari di protezione internazionale;

d) Riaprire canali d’ingresso legale in Europa per i migranti, come alternativa all’immigrazione irregolare;

e) Rilanciare la cooperazione e lo sviluppo sostenibile con i Paesi e le zone più povere al fine di prevenire la necessità di migrare.