Antonio FOCCILLO: comunicato Stampa del 30/04/2015
Foccillo: L’ennesima riforma che non cambierà nulla e in alcuni casi peggiorerà le cose
Foccillo: L’ennesima riforma che non cambierà nulla e in alcuni casi peggiorerà le cose
30/04/2015  | Pubblico_Impiego.  

 

 

Continua la discussione al Senato sulla Legge delega della Pubblica Amministrazione fra mille contraddizioni con pochi aspetti positivi e tanti non condivisibili.

Paradossale è l'articolo riferito alla decantata staffetta generazionale: i dipendenti statali, prossimi alla pensione, dovranno trasformare il loro rapporto di lavoro in un part-time e continuare a versare per intero i contributi previdenziali.

 

È l'ennesimo spot del Governo: da un lato si dichiarano numeri alti per future assunzioni e dall'altro si decidono provvedimenti che li smentiscono o li vanificano.

Si destabilizza, inoltre, la dirigenza che non ha così nessuna certezza, come è previsto nelle norme, rimodulando la durata degli incarichi, con il passaggio da un “3+3”, in termini di anni, ad un “4+2”, con un totale sempre uguale.

 

Si smantella il Corpo Forestale dello Stato, unico organo che combatte l'ecomafia, e lo si passa a un Corpo di Polizia con il rischio di disperdere professionalità già esistenti. E la polizia provinciale che doveva passare al corpo forestale dove va?

Per quanto riguarda poi i Segretari comunali, unico organo di controllo di legittimità degli atti della giunta, viene modificata la norma che prevedeva la loro abolizione immediata, spostandola di tre anni. Quindi dopo chi svolgerà la loro funzione?

 

Si attua, infine, l’ennesimo intervento punitivo nei confronti dei dipendenti pubblici con l'inasprimento delle azioni disciplinari.    

Noi continuiamo a chiedere di essere ascoltati per portare anche la voce di chi lavora nella Pubblica Amministrazione.

Se la riforma creerà molti problemi, come sostiene da tempo la UIL, chi pagherà le conseguenze? A nostro avviso, saranno i cittadini e i lavoratori pubblici che continuano a pagare il dazio di campagne destabilizzanti e mistificatorie, senza mai puntare alla loro valorizzazione professionale e senza il rinnovo dei contratti.

 

 

Di fronte a tutto ciò, dunque, ci sarebbe da ridere se non fosse che dovremmo piangere per l'ennesima riforma che non solo non cambierà niente, ma in qualche caso peggiorerà le cose.

 

 

Roma, 30 aprile 2015