: comunicato Stampa del 23/04/2015
A Bruxelles il Forum «on the future of gender equality in the European Union»
A Bruxelles il Forum «on the future of gender equality in the European  Union»
23/04/2015  | Sindacato.  

 

Il Forum  è stato aperto da Véra Jouruvà, Commissaria Europea per la Giustizia,  che ha messo al centro del suo intervento la necessità di dare vita a una nuova strategia per le politiche di pari opportunità in Europa,  individuando 4 percorsi da seguire,  e precisamente: lotta alla povertà, sviluppo dell’istruzione, percorso di progresso, maggiore solidarietà tra donne . Quello che è scaturito dalle osservazioni venute dagli interventi è che le politiche di pari opportunità stanno subendo un freno in tutta Europa e serve quindi un impegno profondo da parte di tutti per modificare questo momento di stallo.  Il divario occupazionale, la violenza, i congedi parentali, la mancanza di finanziamenti per strutture di cura, mettono la condizione femminile in grande crisi e, fra l'altro, con una società dove la crisi economica ha messo in ginocchio la struttura stessa delle nazioni, diviene più complesso trovare una strategia capace di rimuovere gli stereotipi di vecchia data.

 

I punti della nuova strategia della Commissione Europea per le pari opportunità riguarderanno la necessità di garantire alle donne e alle giovani l’indipendenza economica  per chiudere i divari di qualsiasi genere, e la rappresentanza femminile nei luoghi decisionali, sostenendo una loro sempre maggiore presenza nei C.D.A che entro il 2020 dovrebbe attestare il 40% di presenze femminili.

 

Sicuramente diviene imprescindibile una nuova impostazione per affrontare l’equilibrio e la conciliazione tra lavoro e vita familiare mentre una donna non deve essere obbligata a scegliere.

 

Il congedo di maternità fortemente contrastato, deve poter giungere  ad un punto di arrivo, così come il congedo parentale deve essere più flessibile, è utile una legislatura sugli orari di lavoro più flessibile da inserire nelle direttive che la Commissione sta elaborando.

 

La violenza va analizzata in tutte le sue sfaccettature e indirizzare una maggiore cultura del genere è uno strumento che va percorso velocemente. L’Istruzione è potere.

 

È inoltre opinione degli esperti che serva una strategia forte da parte  dell’EU, corroborata da  risorse adeguate per fornire  strumenti di contrasto efficaci in grado anche di fornire dati precisi sull’evolversi del fenomeno e la  ratifica della convenzione di Istanbul da parte di tutti gli Stati membri della UE. A tal proposito, poiché la Convenzione ha avuto la ratifica solo in 17 paesi europei, sarebbe utile che venisse emanata una comunicazione da parte della Commissione, così come è stato fatto per le mutilazioni genitali, al fine di sensibilizzare i Paesi che ancora non l’hanno sottoscritta e, nello stesso tempo, dare una indicazione a coloro che già si sono adoperati per la sottoscrizione.

 

L’elemento che è emerso a viva voce è la sensibilizzazione degli uomini, creare un meccanismo che serva alla democrazia paritaria coinvolgendo gli uomini che devono accettare la presenza femminile come dato positivo di crescita e di competizione.

 

La crisi in tutti gli stati come sappiamo ha colpito le donne più di tutti e la regressione delle politiche di P.O. è probabilmente dovuta anche a questo momento di grande difficoltà e sapere che 52 milioni di donne sono cittadine europee dovrebbe aiutarci a far riemergere la necessità di politiche di genere.

 

E’ vero che i singoli Paesi dell’UE possono fare molto, ma l’Europa deve determinare gli standard minimi guardando alla la legge sul divario salariale e alle  norme contro la violenza.

 

La parità è costituzionale e deve essere azione di governo per tutti gli stati membri e questo sarà l’obiettivo che la Commissione dovrà sostenere a viva voce.

 

Le pari opportunità dopo aver fatto un buon percorso, si sono fermate,  e anzi è in atto un momento di regresso, pertanto diviene necessario e improrogabile adottare una strategia sulla parità di genere a livello europeo e tenuto conto della sua  trasversalità  della tematica servono azioni specifiche che non guardino  più alla sensibilizzazione, ma mirino ad influenzare sviluppi politici e legislativi.

 

Un buon coordinamento da parte della Commissione rispetto alla strategia delle Politiche di PO può dare buoni risultati e il sindacato è pronto a collaborare perché tale obiettivo sia raggiunto attraverso una azione che congiuntamente veda tutti i soggetti coinvolti a contrastare il divario retributivo e salariale, ancora troppo sbilanciato nei confronti delle donne; a favorire una sempre maggiore leadership femminile, eliminazione della violenza sia in ambito lavorativo che domestica e la promozione delle pari opportunità per tutti dentro e fuori i confini della UE.

 

In tema di divario retributivo e salariale occorre sottolineare che l’indipendenza economica è un elemento rilevante per l’affrancamento dalla povertà femminile e l’incremento del PIL ed è altresì un forte deterrente contro la violenza domestica.

 

Quindi il cambiamento della condizione femminile può realizzarsi se verranno favoriti maggiori investimenti in servizi di cura per un migliore equilibrio tra vita e lavoro in grado di assicurare alla donna la libertà di scelta tra lavoro e vita familiare.

 

Un altro aspetto riguarda la violenza nei luoghi di lavoro, si parla molto di violenza in senso lato, ma di quella perpetrata nei luoghi di lavoro molto poco. Introdurre nei contratti di lavoro codici di comportamento contro discriminazioni di genere, le molestie sessuali e violenze morali, fisiche e psicologiche, potrebbe essere un modo per arginare il fenomeno e contemporaneamente renderlo palese e costruire conseguentemente una rete di sostegno per le vittime.

 

Roma, 23 aprile 2015