Complessivamente i cosiddetti incapienti in Italia sono quasi 10 milioni di contribuenti di cui: 3,9 milioni sono coloro cha hanno un reddito da lavoro dipendente (reddito al di sotto degli 8.100 euro annui); 3,1 milioni hanno un reddito da pensione (reddito al di sotto dei 7.750 euro se over 75 anni e 7.500 euro se under 75 anni); quasi 3 milioni sono hanno un reddito da lavoro autonomo reddito al di sotto dei 4.800 euro annui).
Il Governo, pertanto potrebbe percorrere la strada di distribuire a tutta la platea degli incapienti il “tesoretto” scovato con l’ultimo DEF. In questo caso, come calcola la UIL Servizio Politiche Economiche, sul piatto ci sarebbe un “bonus” di 160 euro medi pro capite. In questo caso se il bonus partisse nel mese di maggio (come lo fu lo scorso anno per gli 80 euro), mediamente sarebbero 20 euro medi pro capite. Pochi?
A prima vista sembrerebbe di sì, ma per chi guadagna tra i 400 e i 600 euro al mese 20 euro mensili rappresentano un aumento che va dal 3% al 5% al mese.
Ma il governo potrebbe prendere anche la strada della selettività destinando il bonus soltanto alla platea dei pensionati e del lavoro dipendente: in quarto caso il bonus sarebbe di 230 euro...
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