: comunicato Stampa del 11/03/2015
Maternità: discriminazioni e demansionamento.
Maternità: discriminazioni e demansionamento.
11/03/2015  | PariOpportunità.  

 

In Italia ci sono ancora problemi sui diritti delle donne in maternità, lo ha affermato l’On. Lorenzin, ministra della Salute, e non possiamo che concordare: le notizie riguardanti episodi di mobbing nei confronti di lavoratrici che “osano”  prendere il congedo laddove ne esista la possibilità è l’ennesima violazione del diritto al lavoro a alla salute non solo della donna ma anche della sua creatura.

 

Da tempo si sta registrando sul fronte del lavoro un duro attacco ai diritti delle donne, frutto di conquiste avvenute negli anni con il sostegno convinto e tenace del sindacato. L’Italia è  da sempre ai primi posti in tema di sostegno alla maternità: non è un caso che la nostra legge di tutela delle lavoratrici madri sia una delle migliori del mondo. E tuttavia, la crisi economica e occupazionale  che stiamo vivendo sembra voler spingere in direzione di un disconoscimento, graduale e progressivo dei diritti acquisiti mettendo di fatto in difficoltà una società che - pur nelle molteplici contraddizioni – già nel 1977 aveva fatto della parità nel lavoro uno dei suoi cardini.

 

Perseguitare, discriminare e espellere dal mondo del lavoro le donne a causa della maternità è talmente incivile che ogni donna deve sentire la necessità di ribellarsi a simili comportamenti. Ma, contestualmente, dobbiamo evidenziare l’aberrazione dell’art. 55 del Jobs Act, in relazione alla facoltà delle aziende di demansionare i propri dipendenti per sopraggiunte difficoltà economiche. L’articolo in questione precisa che al/alla dipendente verrebbe comunque assicurato la stessa retribuzione:  ma non è proprio così perché la norma prevede anche il demansionamento economico,  con una diminuzione della retribuzione,  dunque.

 

L’attuale norma del Governo, di fatto, creerà ulteriori discriminazioni tra i dipendenti delle aziende che faticano a tirare avanti. E le donne saranno le prime  vittime di una legge ingiusta che il sindacato rigetta con tutte le sue forze. Perché non sarà più solo la maternità a decidere sul destino occupazionale delle donne, sulla  loro diminuita disponibilità economica ma, con il demansionamento, verrà meno la spinta al riconoscimento  delle competenze femminili, verrà fermata la progressione delle loro carriere e, in una parola, verranno meno le pari opportunità con un pericoloso regresso sociale ed economico.   

   

Maria Pia  Mannino

 

Roma, 10/03/2015