I dati della Fondazione Leone Moressa sul Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri: è 1'8,8% del totale nazionale Quasi il 50% è prodotto nel settore dei servizi e il 27% è concentrato in Lombardia. Tasso di occupazione al 57%. Oltre 2,4 milioni di stranieri: il 10,8% dei lavoratori totali, 367mila in più rispetto al 2010
Di Vladimiro Polchi, La Repubblica
Roma, 28 gennaio 2014 - E' il tesoro degli immigrati: un flusso di 123 miliardi di euro pompato ogni anno nel sistema circolatorio del Paese. Sì, perché oggi a produrre l'8,8% della ricchezza nazionale sono i 2 milioni e 400mila occupati stranieri che lavorano in Italia. Un esercito di piccoli imprenditori, domestici e operai che cresce all'ombra della crisi. A calcolare il Pil degli immigrati è la Fondazione Leone Moressa. I ricercatori, dopo aver valutato il rapporto costi-benefici dell'immigrazione (il saldo tra entrate e uscite imputabili agli stranieri è attivo di quasi 4 miliardi di euro), fotografano la ricchezza complessiva creata dai "nuovi italiani". Nel nostro Paese, infatti, lavorano oltre 2,4 milioni di stranieri (dato aggiornato ai primi 9 mesi del 2014), con un tasso di occupazione pari al 57,1% (rispetto al 41,8 degli italiani). Rappresentano il 10,8% dei lavoratori totali, con una crescita di 367mila unità rispetto allo stesso periodo del 2010. Non sono però impermeabili alla crisi, che ha portato il loro tasso di occupazione a una perdita di 5 punti percentuali in 4 anni. Non solo. Osservando la variazione negli anni della crisi (2007-2013), la situazione degli stranieri è peggiorata più di quella degli italiani: il tasso di occupazione degli immigrati è infatti diminuito di 9 punti, contro i 3,2 punti degli italiani. Il tasso di disoccupazione degli stranieri è invece aumentato di 9 punti, mentre quello degli italiani di 5,6. Ma, nonostante la crisi, resta alto il contributo degli immigrati al Pil del Paese: 8,8% del totale. E da dove arriva questo tesoro di 123 miliardi di euro? Quasi la metà proviene dal settore dei servizi (46,6%) e non stupisce, se si pensa che il45,8%degli immigrati lavora oggi come domestico o badante. Il secondo settore è quello delle manifatture, con un quinto della ricchezza Il pil degli immigrati per settore di attività prodotta dagli stranieri 8,6 (20,5%), seguono le costruzioni (13,6%), alberghi e ristoranti - e ristoranti ti (8,6%), commercio (7,5%). Ultima, l'agricoltura (3,2%). Osservando il "Pil dell'immigrazione" da un punto di vista territoriale, salta agli occhi come un quarto della ricchezza prodotta dagli stranieri si concentri in Lombardia (26,8%). Concentrazione confermata dal fatto che le prime quattro regioni producono oltre il 60%della ricchezza totale. Altre tre, infatti, superano quota 10%: Lazio (12,8%), Emilia-Romagna (12%) e Veneto (11,1%). Ultime, Basilicata e Molise, dove il contributo alla ricchezza regionale degli immigrati si ferma a quota 0,2%. E ancora: sul Pil degli immigrati incidono molto gli imprenditori stranieri, in crescita nonostante la crisi. Le loro 497mila imprese contribuiscono infatti con 85 miliardi di euro alla ricchezza nazionale. E guardando ai settori, è il commercio a detenere il record di aziende condotte da immigrati (175mila), seguito da costruzioni (126mila) e servizi (104mila). «Ii dibattito sull'immigrazione assume spesso toni ideologici, che portano l'opinione pubblica a essere o "a favore" o "contro" l'immigrazione - scrivono i ricercatori della Moressa - oggi, invece, l'integrazione degli stranieri non è solo un dovere morale, ma una realtà di cui l'Italia non può fare ameno. Da un punto di vista strettamente economico non si può infatti sottovalutare l'apporto che il fenomeno migratorio genera in termini di ricchezza e sviluppo. Si consideri, per esempio, che l'invecchiamento della popolazione autoctona rende gli stranieri una risorsa importante per il sistema economico, fiscale e previdenziale e che il loro tasso di occupazione è più elevato di quello degli italiani».