: comunicato Stampa del 27/01/2015
Piano Nazionale contro la violenza di genere
Piano Nazionale contro la violenza di genere
27/01/2015  | Sindacato.  

 

Maria Pia Mannino, Responsabile Nazionale PO e Politiche di Genere della UIL, scrive all’On. Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio in tema di Pari Opportunità, in merito  al  nuovo Piano Nazionale contro la violenza di genere promosso dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Pubblichiamo uno stralcio della lettera

 

On. Martelli

 

“da tempo le forze politiche e sociali sono impegnate a discutere sulle modalità da adottare per fronteggiare concretamente il fenomeno, che è opportuno ormai definire strutturale, della violenza perpetrata sulle donne e sui minori."

 

“Il Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere UIL ritiene sia finalmente giunto il momento di trovare soluzioni sistemiche per arginare una deriva insostenibile sul piano economico, sul piano sanitario e, soprattutto, sul piano sociale e giudica l’iniziativa presa dal Dipartimento delle pari Opportunità di ricercare, attraverso una   consultazione on line,  eventuali azioni atte a limitare ed eliminare tale fenomeno, inadeguata alla definizione di politiche strutturali atte a contrastare e limitare episodi reiterati di violenze domestiche e fenomeni di abusi su donne, bambini e anziani Infatti, alla consultazione è mancato il necessario contraddittorio e la relativa sintesi tra le diverse opinioni espresse come, al contrario, la situazione richiede”.

 

“Per questo il Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere della UIL, considerando la consultazione on line predisposta dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio un mero strumento conoscitivo cui guardare con moderato interesse invita a riprendere e attuare i programmi previsti  le linee delineate dagli  esperti qualificati identificati da tempo nella Task Force istituita ad hoc nel Piano Antiviolenza nel precedente Governo Letta. “Non sempre è necessario trovare strade nuove, basterebbe percorrere quelle già delineate, frutto di esperienze, studi, ricerche e – soprattutto – proposte che, invece di giacere polverose nei cassetti istituzionali, dovrebbero opportunamente essere attuate a sostegno delle vittime di violenza e portare la nostra società a livelli più alti di civiltà.”

 

“Da tempo sosteniamo che la diffusione della cultura di genere in tutti gli ambiti della società civile sia una concreta azione a sostegno dell’eliminazione di forme di abuso e violenze. Le famiglie, la scuola, il mondo del lavoro, le istituzioni tutte dovrebbero impegnarsi nel cambiamento di una società ancorata purtroppo a stereotipi duri a morire. Se, però, dal Governo non arriverà al più presto una proposta seria e attuabile, le consultazioni on line saranno servite a dare all’iniziativa un’immagine di dinamicità, ma sarà solo immagine”.

 

“Il Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere della UIL auspica che si prenda in considerazione il lungo, notevole lavoro svolto in questi anni dalle donne del sindacato e dell’associazionismo a favore della cultura del rispetto della dignità della persona. “

 

“In concreto, per il Coordinamento PO e Politiche di Genere della UIL sarebbe utile che tra il  Dipartimento PO della Presidenza del Consiglio e  il Ministero della Pubblica Istruzione venga avviato una lavoro comune che promuova l’Educazione di genere nei percorsi scolastici di ogni grado, per affrontare l’insieme dei comportamenti, delle azioni, delle attenzioni messo in atto quotidianamente, in modo più o meno intenzionale, da chi ha responsabilità educativa (genitori, insegnanti, ecc.) in merito al vissuto di  genere, ai ruoli di genere e alle relazioni di genere dei giovani e giovanissimi. Affrontarli vuol dire andare oltre lo stereotipo che da sempre gruppi sociali, culturali, religiosi, politici praticano producendo fenomeni di discriminazione fino all’emarginazione e alla violenza."

 

Senza trascurare positive azioni che sono state messe in atto in altri Paesi dell’UE, ovviamente calandole nella nostra realtà e costituire una task Force europea contro la tratta di essere umani nei Paesi membri, la riduzione in schiavitù di lavoratori irregolari (le donne e i minori sono i soggetti maggiormente colpiti dal fenomeno), lo sfruttamento lavorativo e le violazioni del diritto ad un lavoro dignitoso.”