Una nota della Fondazione Moressa mostra gli elevati differenziali con i redditi dei cittadini italiani
(20 gennaio 2015) L’Europa, come noto, mostra un forte squilibrio tra Nord e Sud per redditi medi e popolazione a rischio povertà. Una recente ricerca della Fondazione Leone Moressa su dati Eurostat mostra dei dati destinati a suscitare una certa preoccupazione, vediamo perché.
L’Italia è fra i Paesi dell’Unione Europea con il più alto differenziale di reddito tra autoctoni e stranieri, collocandosi al 22° posto nella classifica tra i 28 stati dell’UE. In particolare, negli anni della crisi tra il 2008 e il 2013 i redditi dei cittadini stranieri sono diminuiti dell’11,7% e quelli degli italiani sono aumentati del 2,6%, mentre nella media i redditi nell’UE hanno registrato un aumento del 6,1%.
Tutto questo in un Paese che, emergenze a parte, è il quarto in Europa (dopo Germania, Spagna e Regno Unito) per presenza di immigrati regolari (sono circa 4,4 milioni, il 7,4% della popolazione residente totale); il problema della composizione della popolazione immigrata, prevalentemente con titoli di studio bassi e con scarsa qualificazione professionale, impiegata in occupazioni prevalentemente concentrate nei settori a più basso reddito e molto colpite dalla crisi, ha accentuato le differenze e le difficoltà a migliorare la situazione.
In questo scenario, sono iniziati da tempo gli spostamenti verso altri paesi europei, in particolare Regno Unito e Germania; la principale motivazione per questi trasferimenti è la possibilità di ottenere un reddito superiore. In questi due Paesi, infatti, l’importo medio per uno straniero può oltrepassare i 20 mila euro, superando addirittura quanto possono guadagnare un italiano o uno spagnolo nei loro Paesi (rispettivamente 18.800 e 16.700 euro, secondo le medie elaborate nella ricerca).
La situazione che si riscontra in Italia è simile in Spagna, Paese che si colloca al 24° posto della classifica. Dal 2008 al 2013 i redditi degli spagnoli sono aumentati del 12,2%, mentre quelli degli stranieri sono diminuiti del 10,2%. In Germania la differenza tra i redditi è relativamente bassa e in linea con la media UE 28. La Germania si trova al 13° posto nella classifica e i redditi di nativi e stranieri sono aumentati dal 2008 al 2013, seppur a ritmi contenuti rispettivamente del 5,8% e dell’1,8%. Nel Regno Unito, settima posizione nell’UE, entrambi i redditi sono diminuiti con la crisi, ma la differenza è tra le più basse. I dati sono presentati dalla Fondazione Leone Moressa.
Italia e Grecia sono agli ultimi posti nell'UE per percentuale di popolazione a rischio povertà, sia tra i nativi - rispettivamente 20° e 24° posto nella classifica - che fra gli stranieri, 20° posto per l’Italia e 26° per la Grecia. La Spagna si trova al 16° posto per quanto riguarda la popolazione autoctona e al 23° posto per la popolazione straniera. Rispetto al rischio povertà, la Germania si trova in 12° posizione per la popolazione nativa e in 8° per quella straniera. Il Regno Unito si trova rispettivamente in 14° e 7° posizione.