Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 08/01/2015
Riunione del Comitato Consultivo sulla libera circolazione dei lavoratori
Riunione del Comitato Consultivo sulla libera circolazione dei lavoratori
08/01/2015  | Sindacato.  

 

commissione europea

 

(traduzione e redazione a cura del Dipartimento Polititiche Migratorie UIL)

 

Si è tenuto lo scorso 14 novembre a Bruxelles la riunione semestrale del Comitato Consultivo sulla libera circolazione dei lavoratori in Europa.  Erano presenti un centinaio di rappresentanti (da parte di governi, imprenditori e sindacati) provenienti dai 28 Stati Membri dell’Unione. Per l’Italia erano presenti: Corrado Giulietti,  Institute for the Study of Labor; Grazia Strano e Daniele Lunetta, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e Giuseppe Casucci della UIL. Guidava la delegazione sindacale europea, Luca Visentini Segretario Confederale CES.

 

I lavori sono cominciati con la presentazione da parte della Commissione dei recenti sviluppi in materia di libera circolazione dei lavoratori.

 

Mr. Armindo Silva ha presentato il quadro organizzativo della nuova Commissione con 7 vicepresidenti, presidenze, coordinamento e settori correlati. Ha poi fatto riferimento alla grande importanza attribuita ai temi della mobilità e professionalità (in base alla nuova denominazione della Direzione Generale) e le dichiarazioni in materia di libera circolazione dei lavoratori contenute negli orientamenti politici del Presidente Juncker e nel mandato conferito al Commissario Thyssen. Mr. Silva ha anche citato la preparazione in corso del programma di lavoro della Commissione per il 2015 che includerà certamente azioni relative alla libera circolazione dei lavoratori e linee da costruire sulle azioni sviluppate negli ultimi anni.

 

Tra gli altri, su questo tema, è intervenuto Luca Visentini della CES (che guidava la delegazione sindacale presente alla riunione) che ha dato il benvenuto alla nuova Commissione. Il sindacalista ha detto di ritenere che il pacchetto sulla mobilità dovrebbe essere al centro del nuovo programma di lavoro della Commissione con due osservazioni:

 

a) i casi di abuso della libera circolazione dei lavoratori sono molto limitati; la spinta principale dovrebbe essere la parità di trattamento dei lavoratori migranti con i lavoratori nazionali, visto anche che la nuova direttiva applicativa conferisce un ruolo importante alle parti sociali;

 

b) c’è la necessità di coordinare l'azione della DG Employment con l'azione della DG Home Affairs, anche al fine di dare protezione ai migranti provenienti dati Paesi Terzi.

 

Molti altri interventi, da parte di rappresentanti sindacali, hanno fatto riferimento alla situazione di dumping sociale che penalizza molti lavoratori migranti ed anche sulla situazione di chi viene mandato a lavorare in un paese differente da quello di residenza. La crisi e la mancanza di lavoro rende questo ricatto ancor più pressante.

 

Un rappresentante delle organizzazioni dei datori di lavoro (Business Europe) ha sottolineato che la decisione di trasferirsi in un altro paese appartiene al lavoratore che, così come il datore di lavoro, dovrà rispettare le norme vigenti nello Stato membro di destinazione comprese le norme comunitarie.

 

Mr. Silva ha risposto che la DG Employment continuerà a lavorare a supporto della libera circolazione dei lavoratori e per garantire il rispetto dei loro diritti e questo si rifletterà ovviamente sul programma di lavoro della Commissione, in fase di preparazione. Ha inoltre segnalato che la percezione pubblica degli abusi è significativa in molti Stati membri e dovrebbe essere affrontata al fine di raccogliere il sostegno a favore della libera circolazione. Per quanto riguarda le situazioni di dumping sociale, il signor Silva ha fatto riferimento agli orientamenti politici del Presidente Juncker, nei quali è prevista una revisione mirata della direttiva sul distacco dei lavoratori. Ha concluso ricordando che non esiste un mercato interno senza la libera circolazione dei lavoratori.

 

Presentazione di Fressco , report comparativo sui lavoratori frontalieri

 

Il Professor Paul Minderhoud (docente presso il Centro di Diritto delle Migrazioni della Radboud University Nijmegen, nei Paesi Bassi (Analista della rete di esperti FreSsco), ha presentato il progetto di relazione preparata per la Commissione sul lavoro frontaliero. Dopo aver fatto riferimento alla metodologia seguita, ha citato gli studi esistenti in materia e la giurisprudenza della Corte di giustizia europea. L’esperto ha poi descritto le principali conclusioni della relazione relativa ai requisiti di residenza relativi ai seguenti diritti: a) assistenza da parte dei servizi per l'impiego; b) formazione nelle scuole professionali; c) appartenenza a organizzazioni sindacali; d) mantenimento dei principali vantaggi sociali (benefici educativi, borse di studio, assegni familiari, assistenza sociale); e) diritto a vantaggi fiscali (incentivi fiscali, sistemi di sconti, esenzioni fiscali); f) diritto alle prestazioni in materia di alloggi. L’oratore ha anche fatto riferimento ad altri ostacoli individuati dagli esperti nazionali. Il professor Minderhoud ha concluso la sua presentazione con alcune raccomandazioni.

 

Luca Visentinidella CES ha accolto con favore lo studio e ha ricordato che i sindacati sono particolarmente attivi nell’assistenza dei lavoratori frontalieri (attraverso EURES) e dei partenariati transfrontalieri. L’oratore ha anche sottolineato l'esistenza dei consigli sindacali interregionali e la mancanza di conoscenza da parte delle amministrazioni nazionali dei problemi dei lavoratori frontalieri. Ha poi chiesto informazioni su eventuali conseguenze  della relazione sulle azioni della Commissione, tenendo anche conto del fatto che si sta ultimando uno  studio sui lavoratori frontalieri. Ha concluso ricordando le difficoltà da parte dei lavoratori frontalieri a ottenere i sussidi di disoccupazione a cui hanno diritto.

 

Un rappresentante delle organizzazioni dei datori di lavoro (Business Europe) ha fatto notare come gli ostacoli incontrati dai lavoratori frontalieri non siano completamente diversi da quelli affrontati da altri lavoratori migranti e ha considerato che i requisiti richiesti per la concessione della residenza possono essere giustificati e non discriminatori. Per quanto riguarda le raccomandazioni, l’oratore ha sottolineato che la responsabilità di fornire informazioni neutrali e obiettive incombe sugli Stati membri, in primo luogo; il ruolo della CES o dei sindacati dovrebbe essere complementare a quello degli Stati membri. Il rappresentante di Business Europe ha concluso richiedendo che gli Stati membri siano coinvolti nel controllo dei risultati e le raccomandazioni del report.

 

Il Professor Minderhoud ha ringraziato i membri del Comitato per i commenti ricevuti finora e ha sottolineato la ricchezza delle informazioni raccolte per l'elaborazione del progetto di relazione. Si è offerto di prendere in considerazione altri commenti.

 

Presentazione da parte della Commissione sullo stato dei lavori della proposta di regolamento su una rete europea di servizi per l'impiego, l'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e l'ulteriore integrazione dei mercati del lavoro (COM (2014) 6).

 

Un rappresentante della Commissione europea, Mr. Jackie Morin (capo unità della DG Employment), ha fatto riferimento ai principali temi che vengono discussi durante l'esame della proposta della Commissione per un nuovo regolamento su EURES : a) il grado di trasparenza delle offerte di lavoro da mettere a disposizione di EURES (tutte le offerte disponibili a livello nazionale, tutti i posti vacanti pubblicati a quel livello, possibilità di escludere alcuni posti vacanti); b) l'apertura della reti e partnership (ruolo specifico dei servizi pubblici per l'impiego; obblighi e criteri per l'identificazione di partner, tra cui agenzie di lavoro private, necessità per le organizzazioni no profit a adempiere stesse attività come i servizi pubblici per l'impiego); c) matching ed efficienza online (stato della classificazione delle competenze professionali europee - ESCO); d) Monitoraggio (dettaglio di indicatori); e) i servizi e le politiche attive del mercato del lavoro per i lavoratori in cerca di impiego al di fuori del territorio nazionale. Mr. Morin ha poi ricordato che il Consiglio Europeo è chiamato a raggiungere un orientamento generale su questo tema entro la fine del 2014 e il Parlamento europeo potrebbe adottare la sua relazione entro la fine di marzo 2015.

 

Il rappresentante CES ha chiesto:  a) se le parti sociali a livello nazionale possano essere integrate come partner della rete a livello nazionale (e partnership non solo in transfrontalieri);  b) se le parti sociali possono continuare ad assicurare il coordinamento dei partenariati transfrontalieri.

 

Il rappresentante della Commissione europea ha risposto che la proposta consente alle parti sociali di essere partner di EURES e anche di parteciparne alla governance. Per quanto riguarda i partenariati transfrontalieri, ha ricordato che questo è più un problema per le norme finanziarie (inviti a presentare proposte) che per il regolamento EURES, ma l'intenzione è di collegare meglio le regole dei call for proposal con la rete EURES.

 

Il rappresentante dei sindacati (CES) ha risposto che il fatto che le autorità nazionali diventano i candidati leader nei bandi significa che le parti sociali vengono sostituite come coordinatori.

 

Il rappresentante della Commissione europea ha risposto che le parti sociali possono continuare ad essere nominate coordinatori anche con le nuove regole.

 

Attività di assistenza alle imprese e ai lavoratori in materia di occupazione transfrontaliera effettuati dalla Federazione belga dell'industria tecnologica.

 

Mrs H. Thys (rappresentante di Agoria), ha iniziato illustrando la struttura di Agoria e dei servizi che fornisce. Dopo aver ricordato la grande diversità nelle strutture e bisogni delle imprese, l’oratore ha descritto le conoscenze specialistiche necessarie per affrontare in modo appropriato le questioni poste da aziende e dipendenti. Questa esperienza riguarda in particolare i settori del diritto fiscale, della previdenza sociale, diritto del lavoro  e permesso di soggiorno. Il rappresentante di Agoria ha poi brevemente descritto i diversi aspetti da esaminare prima dell'arrivo della persona straniera in Belgio, durante il suo / la sua permanenza e dopo il suo / la sua partenza e ha insistito che ogni caso è unico e merita una soluzione su misura. Mrs Thys ha concluso fornendo alcune statistiche relative ai campi ed alla distribuzione geografica delle richieste nel tempo: I problemi relativi agli obblighi fiscali sono in aumento; il 75% dei problemi  si riferisce a paesi limitrofi al Belgio; I paesi al di fuori dell'UE hanno acquisito maggiore importanza negli ultimi anni.

 

Migrazioni e welfare: fatti e mito

 

Il Dr Corrado Giulietti. (Direttore dell'Istituto di ricerca per lo Studio del Lavoro - IZA), ha introdotto due argomenti innescati dalla crescente immigrazione in alcuni paesi: a) l’ipotesi “welfare magnete” (immigrazione influenzata dalla generosità del sistema di welfare in un paese o la zona di destinazione). A suo avviso, su questo aspetto, l'evidenza empirica dimostra che invece altri fattori (quali il reddito, i tassi di disoccupazione, e i network) sono le principali determinanti dei flussi migratori; e b) la dipendenza dal welfare degli immigrati (grado di fruizione del welfare degli immigrati, maggiore di quello dei cittadini nazionali).

 

Secondo il Dr. Giulietti, l’evidenza empirica mostra come gli immigrati regolari contribuiscano (in tasse) più di quanto non beneficino dai servizi sanitari e sociali; anche per la dipendenza dal welfare residuale (uso eccessivo del welfare dopo aver tenuto conto delle differenze nelle caratteristiche tra immigrati e nativi) la prova è scarsa. Giulietti ha concluso con la considerazione che, in qualità di "servizi abilitanti", le politiche di inclusione attiva sono uno strumento valido per promuovere l'integrazione dei migranti e possono condurre ad una riduzione dei reclami sul welfare.

 

Il rappresentante dei sindacati (CES), ha sottolineato come questo studio dimostri ancora una volta che l'ipotesi “welfare magnete” non sia corretta. Ha inoltre  invitato la Commissione a raccogliere informazioni più precise non solo sui lavoratori mobili o frontalieri, ma anche sui lavoratori migranti cittadini di paesi terzi).

 

Il rappresentante delle organizzazioni dei datori di lavoro (Business Europe) ha ricordato che, anche se la Commissione sta facendo molto in termini di raccolta di informazioni rilevanti,  rimane la difficoltà di trasmettere questi fatti ai politici ed al pubblico in generale.

 

Un rappresentante dei sindacati (Regno Unito) ha messo in guardia contro il rischio che siano le paure a governare le politiche. Ha spiegato che le preoccupazioni della popolazione britannica sull’immigrazione sono più legate alla vulnerabilità della propria condizione di lavoro, debolezza causata dalle misure di austerità, piuttosto che dalle migrazioni; le paure della popolazione possono essere fugate solo fornendo condizioni di lavoro dignitose per nativi e migranti.

 

Il Presidente ha ricordato i lavori in corso della Commissione volti a illuminare il dibattito: rafforzando la raccolta di fatti solidi e cifre; con il compimento di ricerche sul campo; assistendo gli Stati membri nell'attuazione della direttiva di applicazione; e riflettendo con gli Stati membri nell’apposito forum di riflessione stabilito all'interno della Commissione amministrativa per il coordinamento della sicurezza sociale sulle sfide legate alla migrazione e al social welfare.

 

Prossime indagini sulle sfide e le opportunità dell’inclusione socio-economica dei lavoratori migranti dell'UE in quattro città europee

 

Un rappresentante della Commissione europea, il signor Andrea Pontiroli (DG EMPL), ha brevemente aggiornato la commissione sulle prossime indagini da realizzarsi in quattro città europee (Francoforte, Leeds, Milano, Rotterdam), come seguito della comunicazione sulla libera circolazione dei cittadini del novembre 2013. Questo studio analizzerà le sfide e le opportunità di inclusione dei lavoratori migranti a) per i migranti stessi, b) per i lavoratori nativi e c) per le comunità locali. Pontiroli ha annunciato che la relazione deve essere completata entro gennaio 2015.

 

Il mio primo lavoro Eures

 

Un rappresentante della Commissione europea, il sig Doede Ackers (Capo unità presso la DG Employment), ha innanzitutto spiegato il contesto di valutazione dei progetti selezionati. Ha poi ricordato i criteri in base ai quali i progetti sono stati valutati da un contraente esterno: pertinenza, efficienza, efficacia, complementarietà e valore aggiunto. Ha continuato facendo riferimento alle principali raccomandazioni dell'esercizio di valutazione: aumentare il limite di età dei partecipanti; continuare a includere i fornitori di servizi specializzati (pubblici e privati) che hanno dimostrato maggior successo nel matching transnazionale, il posizionamento e il reclutamento di forza lavoro; coinvolgere più a lungo i beneficiari nei progetti, al fine di aumentare le capacità di ritorno sugli investimenti; aumentare le procedure standard di qualità e di contenimento del rischio supplementari per assicurare la mobilità equa; aumentare il tempo di esecuzione dei progetti; selezionare solo le organizzazioni con partenariati solidi; proseguire e migliorare il monitoraggio delle prestazioni. Mr Ackers poi concluso ricordando le opzioni politiche per il futuro, come individuate dal contraente: a) la continuazione dell'iniziativa nell'ambito del programma EASI; b) la creazione di un programma di mobilità professionale dei giovani dedicato alla UE (simile a Erasmus); c) complementarietà dagli Stati membri, visto che le opzioni a) e c), potrebbe essere combinate.

 

Accordo con la Svizzera - Recenti sviluppi

 

Un rappresentante del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), la signora Nina Obermaier, ha fatto riferimento al voto popolare del 9 febbraio 2014 che ha introdotto un nuovo articolo nella Costituzione svizzera che prevede  quote annuali d’ingresso per i lavoratori stranieri. La rappresentante ha anche fatto riferimento al  periodo dei 3 anni necessario per l'attuazione del referendum, nel corso del quale periodo gli accordi esistenti rimarranno in vigore. Nel frattempo, però, la controparte svizzera, nel tentativo di compensare la mancata proroga dell'accordo UE-Svizzera sulla libera circolazione delle persone in Croazia, ha deciso di concedere un numero limitato di permessi di lavoro per i lavoratori croati unilateralmente. Il 20 giugno le autorità svizzere hanno adottato un documento di riflessione sull'attuazione del voto popolare di febbraio, che riconferma l'incompatibilità del nuovo articolo costituzionale e l'accordo UE-Svizzera sulla libera circolazione delle persone. Il 24 luglio il vicepresidente Ashton ha rifiutato la richiesta svizzera di rinegoziazione della convenzione con l'obiettivo di introdurre quote di preferenza nazionale. Mrs Obermaier ha concluso facendo riferimento al dialogo in corso con le autorità svizzere e le conclusioni del Consiglio sul rapporto con la Svizzera in preparazione.

 

Il rappresentante della CES, Luca Visentini, ha chiesto che questo punto possa essere seguito nella prossima riunione del comitato. Ha chiesto in particolare una valutazione su come gli altri accordi con la Svizzera possano essere influenzati da questo voto, e l’impatto specifico della nuova situazione sui numerosi lavoratori frontalieri, che ora potrebbe essere 'costretti' a svolgere   lavoro irregolare.