Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 19/12/2014
Giornata internazionale del migrante: «Cittadinanza: un Paese diverso è possibile?»
Giornata internazionale del migrante: «Cittadinanza: un Paese diverso è possibile?»
19/12/2014  | Sindacato.  

 

Roma, 19 dicembre 2014 – Ieri, nell’ambito delle celebrazioni della Giornata internazionale dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, si è tenuta un Incontro pubblico presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati. Obiettivo: fare il punto sulla riforma della legge sulla cittadinanza. L’iniziativa è stata promossa da “Italia sono Anch’io”,  rete composta da 24 associazioni e sindacati. “Italia sono Anch’io” tre anni fa ha raccolto oltre 200 mila firme  ed ha presentato 2 proposte di legge di iniziativa popolare: la prima sulla riforma della legge di cittadinanza n. 91/1992, con l’introduzione dello Ius Soli; la seconda per permettere il voto amministrativo agli stranieri residenti nel nostro Paese da più di 5 anni. Alla rete hanno aderito da tempo la UIL , la Cgil e l’UGL, oltre ad altre associazioni nazionali quali le Acli, l’Arci, Emmaus, la Caritas, il Centro Astalli, la Comunità di S. Egidio, le Chiese Evangeliche, la Rete G2- Seconde generazioni, ecc.

 

Presenti graditi all’evento, la Presidente della Camera, On.le Laura Boldrini, Graziano Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marilena Fabbri, deputata PD, co-relatrice del testo unificato della proposta di legge di riforma della L.91/92 sulla cittadinanza; Lorenzo Trucco, presidente ASGI; Lucia Ghebreghiorges, rete G2 seconde generazioni. L’introduzione è stata affidata a Filippo Miraglia che parlava a nome di Italia sono Anch’io, mentre la moderazione è stata affidata al giornalista Rai Giorgio Zanchini. All’iniziativa erano presenti la UIL e l’Ital con una rappresentativa delegazione. 

 

Nel suo saluto al Convegno, la Presidente Boldrini ha auspicato che si mettano da parte le pregiudiziali ideologiche, in modo che sia più facile approvare in Parlamento una normativa basata sullo Ius Soli.  "Fatico a capire, ha detto, quali siano gli ostacoli che impediscono di approvare una legge basata sullo Ius Sanguinis - che andrebbe pur bene - ma, ancor meglio, sullo Ius Soli”. “Penso – ha aggiunto -  che noi dovremmo arrivare a un testo condiviso”. C'è una proposta di legge di iniziativa popolare e vari testi presentati dai gruppi politici sul quale si sta lavorando in Parlamento per ottenere un testo unificato". Boldrini non sottovaluta gli ostacoli. "Non sarà facile, ha detto, perché la contrapposizione - che io continuo a non capire a chi giovi, non di certo al Paese - è tale per cui dovremo fare i conti con le pregiudiziali ideologiche".  "La presenza dei migranti in Italia è un bene prezioso da punto di vista umano, culturale, sociale e anche economico - ha infine osservato la Presidente della Camera - una presenza che vale 10 punti di Pil e che versa ogni anno nelle casse dello Stato 16.7 miliardi di euro in termini di gettito fiscale e quote Inps”. “Dov'è il pericolo – si è chiesto Boldrini -  di coinvolgere tutti in una società composita, più armoniosa? Vorrei che la politica non si avviluppasse nelle contraddizioni ideologiche, come è  avvenuto in passato e che non ci ha portato da nessuna parte".

 

E’ poi intervenuto Filippo Miraglia a nome di Italia sono Anch’io. “Il Ministero dell’interno – ha detto l’oratore - riceve decine di migliaia di domande di cittadinanza e, fino a pochi mesi fa, più di 300 mila di queste domande erano inevase e a moltissime viene data risposta negativa”.

 

Tuttavia sono cresciuti i cittadini italiani per acquisizione della cittadinanza che alla fine del 2013 erano 837.489, con un incremento nell’ultimo anno che ha portato più di 100.712 persone ad acquisire la cittadinanza nel solo 2013. “Siamo passati – ha detto Miraglia - da 285.782 nel 2001 a 837.489 l’anno scorso, mentre il numero degli stranieri in dodici anni aumentava da poco più di 1 milione circa 5 milioni”.

 

“Il risultato – ha detto l’oratore - è che c’è un flusso importante di stranieri stabilmente residenti che ogni anno aumenta e un flusso molto più basso di stranieri che acquisiscono la cittadinanza.

 

Di conseguenza, ogni anno aumentano forzatamente gli stranieri  proprio a causa degli ostacoli esistenti per acquisire la cittadinanza”. Il caso più eclatante è quello dei minori nati in Italia che fino a 18 anni non possono chiedere la cittadinanza e sono obbligati a essere stranieri in quello che di fatto è il loro Paese. La riforma della cittadinanza è ferma da anni e, nonostante le firme raccolte dalla campagna L’Italia sono anch’io, al momento non è chiaro quale sarà il destino di questa riforma indispensabile in questa legislatura. “Obbligare una parte consistente delle giovani generazioni, che sono il futuro di questo Paese, a sentirsi stranieri nel loro Paese – ha rilevato Miraglia - creare ogni giorno frustrazione, ingiustizie e discriminazioni, alla cui origine c’è una scelta dello Stato, della pubblica amministrazione, significa non credere nel futuro di questo nostro Paese”. “Creare fratture, divisioni e umiliare centinaia di migliaia di persone non servirà certamente a risolvere i problemi dell’Italia”, ha concluso l’oratore. Il Parlamento e il governo devono provare ad uscire dalle dinamiche quotidiane del palazzo e guardare all’interesse dei cittadini e al nostro comune futuro.

 

E’ poi intervenuto il Sottosegretario Graziano Delrio, che ha assicurato comeil Governo intenda far approvare entro l’estate 2015 nuove leggi, sia sulle unioni civili che sulla cittadinanza. "E' un impegno che l’Esecutivo ha preso e intende mantenere - ha assicurato Delrio- credo che l'Italia sia matura per una nuova legge". Quello della cittadinanza "è un problema che esiste e sarebbe infantile evitarlo - ha detto ancora il sottosegretario - come ben sanno i sindaci delle città che, non a caso, hanno sottoscritto la proposta di legge popolare in materia".  "Il Presidente del Consiglio non ha inteso frenare sull'approvazione della legge. Ha cercato di dire che la riforma va fatta e che, come tutte le riforme di sistema, sarebbe molto utile avere in Parlamento un'ampia convergenza. Credo che già ora vi sia una maggioranza abbastanza solida", per raggiungere l'obiettivo.

 

"L'Italia deve essere all'altezza della sfida, ha continuato Delrio. Il Paese è in mezzo a una crisi molto profonda e, purtroppo, come vediamo già adesso, questo dibattito sarà influenzato dalla crisi economica che - ha proseguito Delrio - tende a enfatizzare gli elementi difensivi o fintamente identitari".

 

 "Il governo vuole dare una indicazione chiara e netta di direzione”, ha concluso il sottosegretario. “Abbiamo una grandissima occasione che è quella di ritrovare il senso della Nazione. Sono convinto che il Parlamento non mancherà l'appuntamento di darci entro giugno una legge vera e seria, che ci restituisca l'orgoglio di essere italiani. Io - ha concluso Delrio- per quello che conta, sicuramente l'appoggerò".

 

Nel suo intervento, successivo, l’On.le Marilena Fabbri ha offerto un quadro meno ottimista sullo stato della discussione in I Commissione alla Camera. I lavori della Commissione sono volti a produrre un testo unificato delle 20 proposte di legge depositate in Parlamento su questa materia. I lavori della Commissione Affari Costituzionali si è bloccata più volte negli ultimi tre anni. Nel 2014 alcuni passi in avanti sono stati raggiunti, con una parte dei partiti di centro destra disponibili ad una ipotesi di riforma da concordare in un unico testo di legge. “Il PD ha proposto un suo testo unificato – ha rilevato la parlamentare – con un’ipotesi di Ius Soli temperato per i nati in Italia (residenza pregressa nel nostro Paese di 5 anni, per almeno uno dei genitori), mentre per chi arriva in Italia successivamente alla nascita potrebbe utilizzarsi un’ipotesi di Ius Culturae, con il completamento di un ciclo scolastico”. Per le naturalizzazioni, il PD propone eventualmente di ridurre ad 8 anni il tempo di residenza necessario a chiedere la cittadinanza italiana, o in alternativa dopo la presentazione della richiesta (10 anni di residenza legale), due anni per una risposta da parte dello Stato, dopo di che far valere il principio del silenzio/assenso.

 

L’On.le Fabbri ha chiarito che però le posizioni del PD con altri partiti rimangono distanti, sia sulle condizioni di presenza in Italia (permesso di soggiorno regolare, residenza legale, possessione della carta di soggiorno), sia sull’idea di Ius Culturae che la destra vorrebbe aggiungere anche per i nati in Italia,  con l’ipotesi di aggiungere ai 5 anni di residenza il requisito del completamento di due cicli scolastici, completati “con profitto” (il che porterebbe a 16 anni di età il limite per richiedere la cittadinanza per i minori).

 

“Attualmente il dibattito in Commissione  è bloccato da prima delle vacanze estive e non si sa quando potrà riprendere”, ha concluso la parlamentare, accennando che lo stesso clima nell’opinione pubblica in materia migratoria, potrebbe influire sul futuro della riforma.

 

Un quadro, dunque, molto meno rosa sul futuro di questa riforma che è stato ripreso da Lucia Ghebreghiorges, della rete G2 seconde generazioni, secondo cui siamo ormai ad un’estesa presenza di figli di stranieri nati in Italia, loro stessi nati in Italia: che da due generazioni sono dunque costretti a vivere da stranieri in un Paese che considerano a tutti gli effetti la loro Patria. Una condizione questa discriminatoria che li rende più fragili davanti all’ottenimento di diritti garantiti agli italiani, e che contribuisce alla crescita del lavoro nero, sfruttamento e dumping lavorativo e sociale.

 

Resoconto a cura del Dipartimento Politiche Migratorie UIL