Non è chiara la direzione che intende prendere l’Europa per il futuro della sua economia. Nella dichiarazione dell’Eurogruppo varata, ieri, al termine dell’incontro dei 19 ministri delle Finanze dell’Eurozona, c’è un punto delicatissimo, passato sotto silenzio, in cui si invitano gli Stati membri, con un debito pubblico elevato, a ridurlo, seppur gradualmente. Ad avviso della Uil, non è tempo per queste politiche: il rischio di un ritorno all’austerità sarebbe ferale per l’Europa e per i suoi Stati. Bisogna, piuttosto, premere l’acceleratore su politiche opposte, rifinanziando Sure e attivando il Sure in transition. C’è la necessità, insomma, di puntare sugli investimenti e di dire, con chiarezza e senza tentennamenti: “Patto di stabilità? No, grazie”. Su questo punto, come Uil, abbiamo avviato una vera e propria campagna di sensibilizzazione con cui sollecitiamo Governo e Parlamento ad assumere decisioni che guardino alla crescita, allo sviluppo, al futuro. E l’Italia deve farsi capofila di questa rinnovata politica europea. Ecco perché, anche per discutere di questi temi e per riprendere il dialogo sociale raccomandato dall’Europa, rinnoviamo la richiesta al Premier Draghi di convocare, al più presto, le parti sociali.
Roma, 15 marzo 2022
