: comunicato Stampa del 24/03/2021
La Turchia si ritira dalla Convenzione di Istanbul
La Turchia si ritira dalla Convenzione di Istanbul
24/03/2021  | PariOpportunità.  

 

La Turchia ha deciso di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e il contrasto alla violenza delle donne, adducendo come incredibile motivazione che essa "danneggia l'unità familiare"!

 

Proprio il Paese in cui la convenzione fu scritta e che fu il primo a firmarla fa un pesantissimo passo indietro sui diritti delle donne, accogliendo le pressioni delle parti più reazionarie.

 

La Turchia era il 28° Paese candidato ad entrare nell'Unione Europea. Ma sotto la guida di Erdogan il processo di inclusione si è fermato, ed anche la possibile candidatura della rappresentante della Turchia al Presidium del Comitato Donne della CES - Confederazione Europea dei Sindacati - appare ormai inaccettabile.

 

Anche UnWoman, l'organizzazione delle donne delle Nazioni Unite, ha invitato la Turchia a ripensare la decisione, presa proprio dopo un anno di pandemia che ha peggiorato la situazione delle donne. "La solidarietà delle nazioni che deriva dall'appartenenza alle convenzioni internazionali è fondamentale per un mondo libero dalla "pandemia ombra" della violenza contro le donne": espressione contenuta nella nota formale UnWoman che definisce perfettamente situazione.

 

Le donne dell'organizzazione "Tetto Viola" (Mor Cati) sono scese in piazza e sono giorni che la protesta non si ferma. Noi siamo tutte solidarmente unite a loro, senza SE e senza MA.

 

La convenzione si basa su quattro P: Prevenire la violenza maschile, Punire gli autori, Proteggere le donne contro la violenza, costruire Politiche integrate. Noi aggiungiamo "sostenerle nella lotta contro la violenza maschile", che troppe vite spegne ogni anno nel mondo in virtù di una concezione delle donne come proprietà privata, e che non si cura del valore della vita né delle donne né dei tanti bambini orfani di femmincidio.

 

Il nostro Paese ha ratificato la Convenzione nel 2013, eppure mancano ancora i decreti attuativi della stessa: forse questa brutta pagina può offrirci l'occasione per colmare il vuoto normativo anche in Italia.

 

E' necessaria una presa di posizione e di condanna netta di tutti i Paesi ed organizzazioni per fermare questa deriva reazionaria e maschilista e per riportare la Turchia nel terzo millennio: come UIL siamo e saremo sempre dalla parte delle donne, contro ogni forma di violenza.