Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 25/09/2019
Migranti, nell'accordo di Malta la stretta sulle navi umanitarie
Migranti, nell'accordo di Malta la stretta sulle navi umanitarie
25/09/2019  | Immigrazione.  

 

Le nuove regole ricalcano il codice Minniti. Via le supermulte previste dal decreto sicurezza. Ma le Ong non dovranno ostacolare i soccorsi delle Guardie costiere, inclusa quella libica

 

Di Alessandra Ziniti

 

(www.repubblica.it) Roma, 25 settembre 2019- "Tutte le navi impegnate in operazioni di soccorso dovranno rispettare le istruzioni del competente centro di coordinamento, non dovranno spegnere i transponder e il sistema automatizzato di informazioni, non dovranno mandare segnali di luce né alcuna altra forma di comunicazione per facilitare la partenza di imbarcazioni che portano migranti dalle coste africane". E soprattutto "non dovranno ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle imbarcazioni ufficiali delle Guardie costiere, inclusa quella libica, e provvedere a specifiche misure di salvaguardia della sicurezza dei migranti e degli operatori a bordo".

 

Nella bozza di accordo sul meccanismo di redistribuzione delle persone salvate nel Mediterraneo firmata lunedì a Malta c’è un capitolo che detta regole severe per le navi umanitarie. Regole che ricalcano l’ossatura del codice di condotta ideato dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e firmato da quasi tutte le organizzazioni nel 2017. La linea, che ha trovato unanimità tra i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia, è quella ribadita ieri dal premier Conte: "Non consentiremo alle Ong di decidere chi entrerà nel nostro Paese".

 

Ieri mattina, per la prima volta da più di un anno a questa parte, una nave umanitaria, la Ocean Viking di Sos Mediterranée e Msf, è entrata “pacificamente” in un porto italiano, quello di Messina, per sbarcare 182 migranti che saranno distribuiti in diversi paesi. D’ora in avanti dovrebbe funzionare sempre così se l’Europa accetterà l’accordo siglato lunedì a La Valletta. Ma le Ong, che pure hanno salutato con prudente apprezzamento il patto di Malta, non avranno di certo vita facile.

 

Le supermulte previste dal decreto sicurezza bis spariranno, ma le regole rigide a cui dovranno uniformarsi resteranno. Anche nella legislazione italiana. I tecnici del Viminale e di Palazzo Chigi sono già al lavoro sulle linee guida indicate dal presidente della Repubblica Mattarella ma comunque le sanzioni ( con nuovi criteri) per chi dovesse violare eventuali divieti di ingresso in acque italiane e la confisca delle navi recidive non saranno cancellate anche se solo in casi estremi si arriverà a tanto. L’Italia e gli altri paesi firmatari dell’accordo non intendono correre il rischio di una ripresa dei flussi migratori che saranno gestiti con "questo meccanismo temporaneo che — si legge nella bozza — non dovrà aprire nuovi percorsi irregolari verso le coste europee edovrà evitare la creazione di nuovi fattori di attrazione". Condizione necessaria per cercare di allargare il più possibile, già dalla prossima riunione del Consiglio Affari interni della Ue dell’8 ottobre a Lussemburgo, la platea dei Paesi volontari. Con un’incognita su tutte, l’adesione di Spagna e Grecia, i due Paesi quest’anno interessati dal maggior numero di arrivi. Il ministro dell’Interno spagnolo Fernando Grande Marlaska ha espresso il suo disappunto per non essere stato invitato a Malta. La Spagna potrebbe pure starci ma ovviamente nella redistribuzione dovrebbero entrare anche i migranti soccorsi dalle navi del Salvamento marittimo, 20.000 solo quest’anno.