SOCIALE  - Santo BIONDO
Biondo: “Il Governo chiede sacrifici, ma spreca i fondi Pnrr per il Welfare”
“Servono capacità attuativa, coordinamento e trasparenza”
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30/09/2025  | Sindacato.  

Il Governo chiede nuovi sacrifici per far quadrare i conti nella prossima legge di bilancio, ma miliardi di euro del Pnrr destinati alla sanità, all’istruzione e alle politiche di inclusione restano inutilizzati o solo parzialmente impiegati.

Il servizio Stato sociale, Politiche fiscali e previdenziali, Mezzogiorno, Immigrazione della Uil ha analizzato lo stato di avanzamento di alcuni progetti del Pnrr rientranti nell’ambito delle Missioni 4,5,6 le cui ricadute afferiscono a specifici settori del Welfare State. Sono stati presi a riferimento gli ultimi dati disponibili di OpenPNRR.

Per quel che riguarda la Missione 4, su Istruzione e Ricerca, si rileva, ad esempio, che al secondo trimestre del 2025, la spesa effettiva delle risorse destinate all’equità scolastica e al piano asili nido è ferma, rispettivamente, al 44,7%, e al 36,2% del totale stanziato.

Anche la Missione 5, su Inclusione e Coesione, registra ritardi preoccupanti. Nei progetti PINQUA, sulla riqualificazione urbana, la spesa effettiva è solo del 18,3%. Poco più alta quella per i progetti per l’edilizia sociale che si attesta al 23%. Ancor più drammatici i dati delle misure rivolte alla disabilità: si è raggiunto appena il 7,7% della spesa prevista.

Per la Missione 6, sulla Salute, il quadro non è meno allarmante. Gli ospedali di comunità sono ancora lontani dalla piena attuazione. Dei 428 progetti finanziati con oltre 1,3 miliardi di euro, solo 44 sono stati completati e appena 4 collaudati, con una spesa effettiva pari al 15,1% del totale. Per le Case della comunità, altro tassello fondamentale della sanità territoriale, la spesa effettiva non supera il 20,5% delle risorse assegnate.

Inoltre, la difficoltà nell’attuazione del Pnrr non è un’esclusiva del Mezzogiorno, ma è una problematica nazionale. Basti osservare che, nella Missione 4, regioni come Lombardia (37%), Veneto (43%) e Emilia-Romagna (39%) si attestano ben al di sotto del completamento della spesa. Lo stesso vale, nella Missione 5, per la Liguria (64%) e per il Piemonte (52%) e, nella Missione 6, per la Toscana che, pur con una dotazione importante per la sanità territoriale, non supera il 45% dei pagamenti.

“Da questa nostra analisi, dunque - ha sottolineato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo - si evince che la sola disponibilità delle risorse non basta: manca capacità attuativa, anche in contesti regionali che storicamente hanno una maggiore solidità amministrativa. Serve, quindi, un miglior coordinamento nella governance multilivello del Piano, piena trasparenza sull’avanzamento degli interventi e un rafforzamento delle responsabilità dei soggetti coinvolti. Parallelamente - ha aggiunto Biondo - dobbiamo poter disporre di informazioni aggiornate, accessibili e verificabili per un monitoraggio pubblico che rafforzi la capacità di spesa e l’efficacia degli interventi. Parliamo di fondi che, anche se non spesi, rappresentano un impegno per il bilancio pubblico. La componente a prestito, in particolare, alimenta il debito nazionale e influisce sulla sostenibilità complessiva della finanza pubblica. Si tratta, quindi, di una responsabilità che - ha precisato il sindacalista della Uil - chiama in causa il dovere delle istituzioni di rispondere in modo concreto ai bisogni delle persone a cui quei fondi sono destinati: famiglie, studenti, lavoratori, persone fragili e territori in maggiore difficoltà. Non è sostenibile continuare a chiedere sacrifici, mentre risorse decisive per scuola, welfare e sanità restano inutilizzate. Serve un cambio di passo immediato: le priorità sociali - ha concluso Biondo - non possono più attendere”.

Roma, 30 settembre 2025